MILANO – E’ pronta la seconda edizione del libro “Pazzo per il Caffé, Antonello Monardo”: Il libro è bilíngue: Portoghese e Italiano. Per informazioni su dove e come acqustare l’opera: Antonello Monardo Tel. (61) 3425.3566 Cel. (61) 9971.7349 Twitter: @caffemonardo Facebook: antonello monardo www.monardo.com.br (nella FOTO la copertina del libro).
Ecco come l’autore presenta l’opera.
Noi italiani non abbiamo il piacere di avere il caffè piantato nei nostri campi, ma amiamo tutto quello che si riferisce al caffè. Per questo, dal momento che mi sono trasferito in Brasile, 18 anni fa, ho alimentato il desiderio di vedere i brasiliani apprezzare
il caffè come noi italiani facciamo. Una domanda che mi viene sempre in mente quando penso al rapporto tra i brasiliani
e la loro bevenda più famosa è: “Chi, in Brasile, ha l’abitudine di rimandare indietro un caffè mal servito?”.
La risposta è quasi sempre la stessa: nessuno! Da parte mia, tento cambiare questa situazione, attraverso i più di 60 corsi di barista che ho organizzato negli ultimi anni, oltre che a conferenze e workshop da me condotti, a Brasilia, dove quasi il 60% dei partecipanti è composto da degustatori, proprio coloro che, in futuro, saranno i clienti esigenti capaci di iniziare una cultura di qualità la quale, sicuramente, andrà a beneficio di tutti.
Vorrei ringraziare per questo libro, in primo luogo, l’autore del testo, Leandro Fortes, che ha saputo sintetizzare con maestria lirica la mia storia e i concetti che guidano la mia relazione commerciale e personale con il caffè. Inoltre, Luiz Otávio da Justa Neves, direttore regionale del Senac, e Beth Bhering, capo-redattrice dell’Editrice Senac-DF.
Entrambi hanno creduto dal primo momento nel progetto del libro, e su di esso hanno scommesso senza ulteriori garanzie se
non il desiderio di diffondere i benefici di una buona marca di caffè. Poi, Luigi Pedone, autore dei fumetti, che ha così aggiunto bellezza e arte al testo. Quindi, Daniel Madsen, che è riuscito a tradurre in immagini fotografiche la ricchezza di colori e sapori di semplici ricette che ho scelto per il libro. Il barman Victor Quaranta, che ha concesso le ricette ed aiutato nella preparazione di deliziose bevande di caffè. Alessandra Mariotti, Luigi e Carlo Odello, dell’Org. Assaggiatori Caffé, e l’amico Daniele Natili, per l’aiuto nella versione italiana.
Non posso scordare mio nonno, Domenico Monardo, la cui sofferenza e odissea in terre brasiliane mi è servita d’esempio e, in gran parte, giustifica la storia raccontata qui. I miei genitori, Domenico Monardo e Caterina Rocca, che mi hanno dato la sapienza
e l’istruzione. Sono sicuro che, se fossero vivi, sarebbero molto orgogliosi di questo libro. I miei fratelli e le mie
sorrele che vivono a Reggio Calabria, Cetty, Gianni, Nuccia e Teresa, ed Anna, che vive in Umbria. Infine, mia moglie e
partner Gabriela Magalhaes Rosa, il cui supporto è stato fondamentale per il successo e la felicità del mio lavoro.
Dalla prima edizione di questo livro, sono cambiate varie cose. La nascita di mia figlia a cui dedico questa seconda edizione. La creazione della Monardo Gastronomia e Cultura. E i vari viaggi eno-gastronomici in Italia accompagnando gruppi, nel progetto
del corso “Parlando Italiano, …cantando, mangiando, viaggiando, …”. In alcuni di questi viaggi ho preso l’ispirazione di due
drinks di caffé che qui voglio presentare. Il primo é il CAFFÉ NOCCIOLA, ricetta ceduta dal Capo Barista Lello Rocchetti
del “Gambrinus” storico caffé di Napoli creato nel lontano1860. Il secondo é il CAFFÉ DELLE RIVIERE, il quale sorse nel tour eno-gastronomico in Piemonte & Liguria. L’ispirazione è venuta dopo la visita alla fabbrica di cioccolato di “Guido Gobino” a Torino e aver provato il “cremino al sale” da lui creato e che ha vinto la medaglia d’oro nel 2008 nella “Academy of Chocolate
de Londres”, fatto con sale dolce di Cervia (Riviera Romagnola) e Olio Extra Vergine d’Oliva di olive “Taggiasca” della Riviera Ligure.
Antonello Monardo
La prefazione del libro
È un’antica abitudine sedersi a tavola
e bere un caffè, sia per conversare ,
sia per leggere, sia per pensare o per
passare il tempo. Ma non immaginiamo
da dove viene questa cultura,
come è possiblile creare la migliore
combinazione ed un sapore di qualità. Il
libro risponde a queste domande, oltre
a raccontare la storia di un guerriero.
Con l’idea di un’opera unica, Antonello
Monardo ha raccontato la sua traettoria
al giornalista Leandro Fortes, che ci offre
con destrezza una narrazione che parte
dalla scoperta del caffè, passa per vita
di suo nonno e arriva fino al successo
delle sue combinazioni perfette e delle
sue ricette deliziose. Solamente un
uomo pazzo per il caffè, come Antonello,
poteva avere l’idea di un libro tanto
interessante. Questa è indubbiamente
un’opera indispensabile per gli amanti
del caffè. Oltre a raccontare i segreti
delle sue ricette con il caffè, Antonello,
da buon italiano, non dimentica le sue
origini e propone il libro in due lingue:
portoghese e italiano. Il lettore si delizi
con questa lettura.
Adelmir Santana
Presidente della Senac-DF
La seconda prefazione: “Antonello e io”
di Leandro Fortes
Allora, è stato necessàrio riincontrare
Antonello Monardo, in un pomeriggio
brasiliense incorniciato d’ombre rosse e
nebbia secca, per ritornare a occuparsi
di caffè.
Confesso che dopo la publicazione del
libro “Pazzo per il Caffè”, nel 2009, molte
persone hanno iniziato a vedermi come
un rispettato specialista della nobile
arte dei baristi – una piccola ‘recita’ che,
quando posso, porto ancora avanti, così,
senza malizia. Ma il fatto che, escludendo
l’overdose di caffè meraviglioso che ho
bevuto a fianco di Antonello mentre
ascoltavo le storie della Calabria e della
scienza dei chicchi, sono ritornato un po’
alla volta alla mia condizione spicciola
di ‘assaggiatore’, se non addirittura
di distratto consumatore brasiliano,
rassegnato a vivere nella periferia della
cultura nativa, semplicemente viziato
dall’abitudine di bere un caffè durante
i pasti o, persino, di bere un caffè in
sostituzione dei pasti.
Ritornando ad Antonello, mi trovo
nuovamente al centro della sua pazzia,
della sua passione coinvolgente e della
sua personale missione di determinare
il destino del caffè come parte
indissolubile della Storia. Lo Stesso
caffè che è al centro della trama
che lo ha portato
dall’Italia al Brasile; così come la stessa
trama, cento anni prima, aveva portato
anche il nonno, Domenico, nelle fila di
immigranti disposti a vivere e morire
nelle fazende pauliste.
Leggero come un ballerino, Antonello
si muove trá i tavoli e il balcone della sua
scuola di cucina italiana per mostrarmi
tutte le novità, un’allegro rimprovero al
percepire
la mia imbarazzante distanza da quello
che ci ha uniti e, probabilmente, ci unirá
per sempre: lui, chiaro, il caffè.
Il sucesso del libro, pertanto, può
essere imputato alla semplice ricetta
composta dal fascino di
uno e dalla curiosità dell’altro,
tanto per mantenermi alla base della
relazione che ho creato con Antonello
e con il caffè, non necessariamente in
quest’ordine. Per questo è stato molto
importante rivederlo nel suo habitat,
tra macinini e moke, e sentirlo ricordare
(sempre, sempre) che non si mette acqua
bollente sul caffè macinato, una cantilena
necessaria contro
l’eresia degli inesperti, questi
insensati.
Antonello Monardo è ancora pazzo
per il caffè. Io umilmente, dal canto mio,
continuo soltanto a sforzarmi affinché il
mondo non dimentichi tutto ciò.