MILANO – Una nuova revisione -intitolata “Effects of coffee on the gastro-intestinal tract: a narrative review and literature update” è stata condotta Astrid Nehlig, Ph.D., Emeritus Research Director at the French National Institute of Health and Medical Research (INSERM).- pubblicata su Nutrients, sponsorizzata dall’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC), e supportata dal confronto di una ricca bibliografia, mostra un compendio degli ultimi studi dietro l’effetto del caffè sulla digestione, in particolare di come stimoli il processo digestivo e aumenti il numero di “batteri buoni” nell’intestino.
È interessante notare che la pubblicazione sostiene anche l’effetto protettivo del caffè contro alcune malattie del fegato e la riduzione del rischio di calcoli biliari.
Digestione, assunzione di caffè: la correlazione secondo la scienza
La revisione di 194 pubblicazioni di ricerca suggerisce che il consumo moderato di caffè (definito dall’EFSA come 3-5 tazze al giorno) non è risultato generare effetti dannosi sui vari organi dell’apparato digerente. Due aree di particolare interesse che emergono dalla ricerca sono l’associazione tra il caffè e un rischio ridotto di calcoli biliari e l’evidenza che collega il consumo di caffè con un rischio ridotto di pancreatite, anche se sono ancora necessarie ulteriori ricerche.
Nel suo viaggio attraverso il tratto gastrointestinale, il caffè ha tre impatti principali:
– Il caffè è associato alle secrezioni gastriche, biliari e pancreatiche, tutte necessarie per la digestione del cibo e stimola la produzione dell’ormone digestivo gastrina insieme a quella dell’acido cloridrico, presente nel succo gastrico – entrambi aiutano a scomporre il cibo nello stomaco. Il caffè stimola anche la secrezione di colecistochinina (CCK), un ormone che aumenta la produzione di bile, anche coinvolto nella digestione40, 41.
– La bevanda sembra essere associata a cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale. Negli studi recensiti, il consumo di caffè è stato trovato per indurre cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale, principalmente a livello di popolazione di Bifidobatteri- un abitante onnipresente del tratto gastrointestinale.
– La tazzina è anche associata alla motilità del colon – il processo con cui il cibo viaggia attraverso il tratto digestivo. I dati esaminati suggeriscono che il caffè può stimolare la motilità del colon tanto quanto i cereali, il 23% in più del caffè decaffeinato o il 60% in più di un bicchiere d’acqua1 e può essere collegato a un rischio ridotto di costipazione cronica.