MILANO – Nuovo stop alla vendita delle capsule Nespresso-compatibili di Ethical Coffee Company (Ecc) sul mercato svizzero. La corte civile del tribunale del cantone di Vaud (Losanna) ha infatti rinnovato l’ordinanza provvisoria, emessa a fine settembre su richiesta di Nespresso, che dispone il divieto di vendita delle capsule di Ecc nei punti vendita dei magazzini di elettronica Media Markt e Saturn.
Confermato lo stop per Ethical Coffee Company
Ciò ha impedito a Ecc di reintrodurre le capsule sin da inizio gennaio, come originariamente in programma. Per ottenere il provvedimento, la multinazionale svizzera ha dovuto depositare la bellezza di 2 milioni di franchi svizzeri (circa 1,65 milioni di euro) quale garanzia a copertura dell’eventuale pagamento a Ecc di danni e interessi risultanti dalla misura provvisoria: una somma “nella norma per questo tipo di casi” hanno tenuto a precisare in casa Nespresso.
Ora la filiale di Nestlé ha tempo sino al 26 febbraio per depositare una domanda sul merito, come il suo team legale si accinge effettivamente a fare utilizzando tutti gli strumenti giudiziari disponibili allo scopo di “tutelare i diritti di proprietà intellettuale”.
Ecc ha dichiarato in un comunicato di prendere “atto della decisione del tribunale cantonale del Vaud di mantenere in vigore la misura superprovvisionale e proibire la commercializzazione in Svizzera delle capsule Ecc in tutti i punti vendita di Media Markt”. L’azienda eccepisce tuttavia sul provvedimento definendolo “a dir poco sorprendente”.
“Eravamo persuasi che l’instaurazione di una libera concorrenza sul mercato delle capsule di caffè in Svizzera necessitasse di un impegno permanente allo scopo di spezzare il monopolio di fatto di Nestlé e Nespresso” afferma ancora Ecc, che annuncia di voler proseguire la propria battaglia “ricorrendo contro la decisione presso il tribunale federale”, la più alta autorità giudiziaria elvetica.
La decisione della corte di Losanna diverge da quella adottata dal tribunale commerciale di San Gallo che, nell’agosto 2011, dopo una lunga diatriba giudiziaria, ha riammesso provvisoriamente la vendita delle capsule compatibili prodotte dalla Alice Allison di Grono (GR), distribuite dalla catena di discount Denner, del gruppo Migros. Anche in questa vertenza è pendente un giudizio sul merito.
La commercializzazione delle capsule
Le vicende giudiziarie in terra elvetica non rallentano i progetti di Ecc, il cui stabilimento – sito a Ville-la-Grand, nel dipartimento francese dell’Alta Savoia, non lontano dal confine svizzero – si sta avviando alla piena produzione, tanto che si pensa sin d’ora alla costruzione di una nuova fabbrica, due volte più grande, che sorgerebbe in un sito, non lontano dal primo, già individuato dalla società.
“Vorrei realizzare un progetto in Svizzera – ha dichiarato il patron Jean-Paul Gaillard – ma il rischio chiusura in ragione della battaglia legale in atto con Nestlé/Nespresso è troppo grande”. Intanto, le cifre fornite da Ecc parlano di una produzione di 300 milioni di capsule l’anno trascorso: “il nostro cash-flow è positivo” dichiara Gaillard, che può contare sul sostegno finanziario di importanti gruppi di Private Equity internazionali.
Oltre che in Francia, Ecc ha già avviato la commercializzazione delle sue capsule biodegradabili in Germania, Austria e Olanda e sta pianificando lo sbarco in Italia, Spagna e Portogallo. A fine anno Ecc ha annunciato intanto il lancio di una gamma con cinque nuove miscele per il mercato francese, dove Ecc commercializza i suoi prodotti sotto le varie insegne del gruppo Casino (Casino, Monoprix, Franprix, Leader Price, Spar, Sherpa, Cdiscount, ecc.).
Il tutto ha fatto l’oggetto di un comunicato stampa, nel quale la società franco-svizzera annuncia anche di avere apportato delle migliorie alle capsule e alla loro forma, frutto di un lavoro di ricerca e sviluppo, che consentono di “eludere” gli “ostacoli” che, secondo Ecc, Nestlé/Nespresso avrebbe frapposto nelle macchine di nuova fabbricazione per complicare l’utilizzo di capsule non originali. Anche le nuove capsule sono biodegradabili e certificate secondo la norma europea EN13432.