MILANO – A fine luglio, prima delle ferie, se lo ricordano sicuramente i lettori, Massimiliano Tonelli lanciava una vera e propria bomba fatta di parole su un articolo di Repubblica che ha fatto scalpore. Al punto da catturare non solo l’attenzione di una community sempre particolarmente reattiva sul tema caffè, ma anche quella di chi conosce poco i retroscena della bevanda.
Su Comunicaffè.it, lo abbiamo ripreso commentandolo, (l’articolo è entrato nella top 20 del nostro portale; n.d.C.) e dando la possibilità a chiunque avesse avuto dare la sua opinione a riguardo di condividerla su queste pagine. Il risultato di questa querelle è che a chiudere il bilancio di un 2021 di letture, lo stesso sito del quotidiano La Repubblica – non certo una rivista di settore – ha segnalato la forza di quell’articolo, in quanto particolarmente apprezzato da chi approdava sul sito del quotidiano.
Un buon segno? O solo una sterile polemica che ha acchiappato più click?
Tonelli di sicuro ha toccato un nervo scoperto della cultura italiana
Una tradizione che è tanto sentita dai consumatori, quanto fondamentale per l’intera industria, che in questi anni ancora di più sta tentando di sfondare il muro della disinformazione tra chi acquista il caffè e si spaventa con l’aumento – dovuto – dei prezzi per via dei rincari internazionali, non inventati qui.
Quello che ha sottolineato Massimiliano Tonelli nel suo articolo per La Repubblica, è l’esistenza di un intero comparto che vive sorretto da un luogo comune che è venuto il momento probabilmente di mettere in discussione. Perché solo in questo modo, rompendo gli schemi precostituiti dell’espresso, si potrà fare un discorso diverso in termini di qualità e, perché no, anche di prezzo.
In fondo, quello che abbiamo letto su Repubblica e poi su queste pagine, racconta il desiderio di diffondere una cultura che parla di materia prima selezionata, tracciabile, sostenibile; di formazione dei professionisti dietro al bancone; di conoscenza tecnica della bevanda.
Una filosofia che non dovrebbe apparire così pretestuosa per chi si vanta nel mondo, di esser la patria dell’espresso.
Questa abbondanza di letture oltre la nicchia di addetti ai lavori la prendiamo come un indizio che si è sulla via giusta
Perché l’espresso lo bevono tutti. Ed è ora che tutti comprendano il valore che possono ritrovare dentro la tazzina. Da lì in poi, la strada potrà esser più in discesa. Nella speranza che questa nuova attenzione dalla stampa e dai media più generalisti, possano portare nelle case di un vasto pubblico il messaggio di un espresso di qualità.