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Rapporto Ico di gennaio: indicatore in lieve flessione, previsioni riviste

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MILANO – Ancora in lieve flessione la media mensile dell’indicatore composto, che ha segnato a gennaio un –0,1% rispetto a dicembre, risultando inferiore del 4,3% a gennaio 2011 e del 10,2% alla media dell’anno solare trascorso. Il dettaglio delle statistiche contenute nel nuovo rapporto Ico mensile, diffuso nel tardo pomeriggio di ieri a Londra, evidenziano un andamento discorde delle voci dell’indicatore. Crescono infatti colombiani dolci (+1,7%) e altri dolci (+0,2%), mentre arretrano robusta (-1,7%) e brasiliani naturali (-03,%). Virtualmente invariata New York (+0,1%), mentre Londra segna la variazione negativa più pronunciata (-3,9%).

Rapporto Ico: gli indicatori dei due mercati borsistici (media della seconda e terza posizione) presentano inoltre i maggiori indici di volatilità

I fondamentali di mercato sono stati dominati dalla pubblicazione della prima stima ufficiale relativa al raccolto brasiliano 2012/13, che inizierà fra tre mesi, si legge nell’introduzione del rapporto. Secondo Conab, la produzione totale sarà di 50,6 milioni di sacchi (dato mediano tra il valore minimo e massimo della stima), di cui 37,7 di arabica. In Colombia – continua il report – le forti precipitazioni seguite a un lungo periodo di siccità hanno portato al proliferare della scolite e della ruggine del caffè.

L’incidenza di queste due avversità è destinata a ripercuotersi negativamente anche sul raccolto 2011/12. Recenti dichiarazioni di esponenti di vertice della federazione colombiana dei produttori di caffè lasciano intendere che la situazione non tornerà alla normalità prima di 3-4 anni. Il paese è impegnato in una vasta campagna di rinnovo colturale, con nuove varietà ad alto rendimento, maggiormente resistenti alle malattie e più adatte alle mutate condizioni climatiche.

“Se la Colombia seguiterà a rinnovare le piantagioni all’attuale ritmo di 100 mila ettari all’anno, saremo in grado di modificare strutturalmente il comparto caffeario nazionale” ha recentemente dichiarato in un’intervista a Reuters il numero uno di Fedecafé Luis Genaro Muñoz.

Passando alle statistiche va osservato un drastico ridimensionamento del dato sulla produzione mondiale per l’anno in corso a 130,913 milioni di sacchi

Contro i 132,405 milioni di cui al rapporto di dicembre. La pesante revisione al ribasso va imputata per intero alle nuove cifre fornite dalle autorità dell’Etiopia sul raccolto 2011/12 stimato ora in 8,3 milioni di sacchi, in forte ribasso rispetto alla previsione ottimistica di 9,8 milioni di sacchi fornita in precedenza. Altre fonti, osserva il report, portano cifre ancora più basse rispetto a quella appena citata. Alla luce di questa revisione, la produzione africana risulta ora pari a 18,02 milioni di sacchi.

Rapporto Ico: i dati di tutte le altre regioni rimangono invariati

Con i raccolti di Asia&Oceania, Messico&America centrale e sud America stimati rispettivamente a 35,668, 18,194 e 59,030 milioni di sacchi. L’export di dicembre è stato pari a 9.137.197, in lieve flessione (-0,64%) rispetto ai 9.195.637 sacchi di dicembre 2010. Nel primo trimestre dell’annata caffearia 2011/12 (ottobre-dicembre), gli imbarchi sono risultati pari a 24,39 milioni di sacchi, in calo del 1,4% rispetto allo stesso periodo del 2010/11.

Tali cifre portano il dato totale relativo all’intero anno solare 2011 al livello record di 103.675.179 sacchi, in crescita del 7% rispetto ai 96.850.585 sacchi del 2010. Il precedente massimo storico, registrato nel 2008, era stato di 97.282.880 sacchi. Sempre prendendo a riferimento l’archivio storico dell’Ico è possibile osservare che l’export mondiale ha registrato, nell’arco di 21 anni, un incremento del 30,9%, rispetto ai 79,2 milioni di sacchi del 1990.

Il rilevante flusso di esportazioni ha portato all’assottigliarsi delle scorte di molti paesi produttori, mentre sono aumentati gli stock nelle mani dei paesi importatori, rileva ancora il report.

Le scorte iniziali dei paesi esportatori per l’annata caffearia 2011/12 sono stimate in 17,4 milioni di sacchi

Contro i 18,5 milioni del 2010/11. Gli stock dei paesi consumatori sono quantificati in 22,3 milioni di sacchi a fine settembre 2011. Alla riduzione delle cifre sulla produzione fa riscontro un sostanziale ottimismo per quanto riguarda i consumi.

Rapporto Ico: confermata la stima di 135 milioni di sacchi per l’anno solare 2010

Mentre le stime provvisorie relative al 2011 parlano di un dato attorno ai 136,5 milioni di sacchi. Secondo il report, tale incremento è attribuibile alla domanda in crescita nei mercati emergenti, all’incremento dei consumi interni dei paesi produttori e, più in generale, alla sostanziale tenuta dei consumi nonostante la crisi economica. Il documento sottolinea, in particolare, gli sviluppi favorevoli in Brasile, dove la crescita economica, unita a una migliore distribuzione dei redditi e a tassi di disoccupazione relativamente bassi, ha favorito il crescere della domanda.

Il boom delle caffetterie in atto in molti paesi (particolarmente in India) è un’ulteriore testimonianza del dinamismo sul fronte dei consumi. Il probabile incremento significativo della produzione brasiliana della prossima annata caffearia, non porterà necessariamente a forti squilibri di mercato, poiché la domanda rimane sostenuta, si legge in conclusione del rapporto. Inoltre, qualsiasi impegno a favore dell’incremento della produzione è frustrato, in molti paesi, dagli elevati costi di produzione e dal proliferare delle malattie.

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