MILANO – Il Presidente in Iran aumenta la censura online in vista delle elezioni del 2 marzo: giù i «siti non islamici», restrizioni negli internet cafè, squadroni della censura e hacker per la propaganda. Ed è allo studio un metodo (sul modello siriano) per spiare tutti gli internauti Mahmoud Ahmadinejad ha paura.
Iran: come ogni dittatore in difficoltà stringe ancora di più le maglie della censura
In vista delle elezioni parlamentari del 2 marzo, il Presidente ha grattacapi provenienti da più fronti: le pressioni estere di Usa e Israele, lo stop alle esportazioni petrolifere in Gran Bretagna e Francia, le sanzioni Ue, le schermaglie con la Guida Suprema, ayayollah Alì Khamenei.
Ma soprattutto, Ahmadinejad sa che queste sono le prime elezioni dopo le contestate elezioni presidenziali del 2009
Che lo riconfermarono alla presidenza, dopo la Twitter revolution sedata con la violenza di quello stesso anno, dopo la primavera araba e dopo la diffusione esponenziale di internet.
Come denuncia un rapporto di Amnesty International, «le autorità hanno arrestato registi, studenti, giornalisti considerati dissidenti» e cercano sempre più di isolare la popolazione dal resto del mondo.