MILANO – L’edizione del 2021 dei Barawards, concorso che ha trovato la sua realizzazione nel lavoro congiunto di Bargiornale, Dolcegiornale Pianeta Hotel e Ristoranti, ha visto due vincitrici spiccare per la categoria barista (conquistata da un’emozionatissima Paola Campana) e per quella di brand ambassador, la Queen della latte art Chiara Bergonzi. Una fuori classe che, anche questa volta, non ha smentito la sua reputazione ed è riuscita a tornare a casa con il suo trofeo da primo posto per esser il personaggio che in maniera più efficace ha comunicato i brand con cui collabora sui social. Ne abbiamo parlato con lei, che ha commentato questo ulteriore tacca al suo medagliere.
Chiara Bergonzi se l’aspettava? E’ soddisfatta?
Chiara Bergonzi ride e racconta una storia alquanto particolare: “Questo è quello che è successo realmente: ho partecipato sempre ai Barawards nel panel dei giudici. In quest’ultima edizione, ad un certo punto, ho notato, leggendo il mio nome su uno schermo, che sono stata candidata per la categoria di brand ambassador: io non ne avevo idea e non sapevo neanche che fosse possibile concorrere in questo modo. Non ho neppure chiesto di chi mi avesse iscritto.
Ma al di là di questa scoperta, dopo i primi due giorni di perplessità, ho cominciato a chiedermi il perché fossi dentro quella categoria e, riflettendo, ho capito che sarebbe stata un’altra bella esperienza da fare. Così ho partecipato in modo attivo: l’ho comunicato sui social, ho coinvolto la mia rete, perché il 20% dei voti della vittoria penso che arrivi proprio dalla giuria popolare. Insomma, alla fine di tutto posso affermare che è stato bello, nonostante non conoscessi esattamente i parametri di valutazione dietro la vittoria.
Posso ovviamente immaginarlo, avendo fatto per anni il giudice per le diverse categorie. Per quella di brand ambassador, credo che abbiano considerato la mia attività nella sua completezza, che è stata molto bella e intensa quest’anno, composta da tante iniziative. Così, quando ho ricevuto l’email con su scritta la convocazione perché sarei stata tra i premiati, sono rimasta soddisfatta.”
Come mai pensa di essersi distinta lei? Ormai tanti comunicano sul digitale
“Dal punto di vista del business ovviamente, dopo il Covid, il metodo di comunicazione è cambiato un po’ per tutti e così è successo anche nel mio lavoro, che ora è particolarmente legato al digitale. Ho visto che il caffè sta crescendo su questo canale: ho ricevuto tante proposte per creare contenuti social sulla bevanda.
Con Alpro siamo stati felicissimi, anche di aver investito e scommesso sul canale horeca con i social. L’azienda ha subito intuito il vantaggio di scegliere una persona come me, che può contare già su un seguito di follower targetizzati. Serviva loro qualcuno che veicolasse adeguatamente il prodotto nel canale horeca, coffee shops e specialty coffee shops, un segmento che oggi interessa tanto per un posizionamento delle bevande nei locali specializzati. Poi con la latte art, con il superfood, il racconto è stato piuttosto efficace e trasversale: in tutta Italia abbiamo fatto l’Alpro professional tour nei locali che chiamavano o che io selezionavo, che iniziavano a sperimentare le bevande vegetali. Creavamo insieme una nuova ricetta da condividere poi sui social. E’ stato molto bello vedere realizzare delle novità e poi diffonderle in rete.”
Chiara Bergonzi, ma cosa serve per esser la brand ambassador migliore?
“Credo la costanza. E’ quella che premia sempre. Tutte le settimane bisogna pubblicare contenuti originali, che si tratti di corsi online, di ricette e video tutorial. Le iniziative che abbiamo portato avanti si sono svolte nell’arco di un anno: bisogna esser presenti nel tempo. Ho iniziato con la partnership di Alpro e ho continuato più di recente con Sage. Ogni settimana ho un evento: io martello. E in questo modo si intercettano anche dei canali che sono fuori da quelli soliti. Proprio prima dell’intervista ho concluso una masterclass, con un team di negozi che vendono elettrodomestici: si creano nuove sinergie. Non è niente di nuovo, ma col caffè siamo ancora un po’ indietro. Il martellamento paga: ha funzionato con gli specialty, con la latte art, con tutto: dal punto psicologico si instaura un rapporto con le persone.
Ho puntato tantissimo nel far capire alla gente, il fatto di poter creare menù particolari, legati al conteggio di chilocalorie, delle proteine, delle vitamine. Io le cose che dico, non solo le comunico, ma le faccio metter in pratica.”
Quali sono i suoi programmi futuri su questa strada?
Conclude così, Chiara Bergonzi: “Sicuramente con Alpro e Sage si continua per tutto il 2022. Probabilmente entrerà un nuovo brand, per cui creerò una pagina web dedicata. Porto avanti quindi i progetti già in essere. Con Lot Zero prenderemo una tostatrice da 15 chili, probabilmente nel prossimo anno perché lavoriamo molto bene con gli specialty. Ma vorrei concludere con una nota importante: la chiave dietro un buon lavoro e la mia vittoria, è quella di avere degli ottimi collaboratori. Se io non potessi contare sul mio team, non potrei ottenere nessuno dei miei obiettivi. Bisogna lavorare in simbiosi – l’ho fatto con Manuela Fensore per i campionati del mondo, lo faccio ora con Daniela Mauro per le mie attività-. La mia partner nel digital è lei, che è eccezionale. Sa già cosa deve fare. Siamo una combo molto forte.”