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“Una buona tazza di tè” di Christopher Bush, bravo e prolifico

Si tratta del secondo romanzo pubblicato da Polillo Editore

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MILANO – Con il numero 109 nella collana I Bassotti, è la volta del giallo “Una buona tazza di tè” (The Case of the Dead Shepherd, 1936) dello scrittore inglese Christopher Bush. Si tratta di uno degli autori più prolifici della Golden Age del giallo, ha scritto oltre sessanta romanzi, molti dei quali hanno come protagonista il detective Ludovic Travers, Ludo per gli amici. Questo personaggio appare per la prima volta nel romanzo Omicidio a Capodanno pubblicato sempre da Polillo nel 2009.

Bush, il romanzo

Giovane, ricco, un poco timido, metodico e riservato, si diletta a scrivere e a fare il detective. Nel presente romanzo Ludovic Travers si reca insieme all’amico George Wharton, sovraintendente di Scotland Yard, presso una scuola per investigare sulla morte per avvelenamento di un insegnante di storia.

Appare subito evidente che il professore è stato ucciso in quanto qualcuno ha versato nel suo tè del veleno che gli è stato fatale. Un appassionante mystery del 1934 che stranamente è rimasto inedito in Italia sino ad oggi.

L’autore: Christopher Bush

Christopher Bush (1885-1973), figlio illegittimo nato in Inghilterra da una famiglia di quaccheri, fu uno degli autori più prolifici della Golden Age del giallo. Insegnante di scuola, scrisse il suo primo mystery nel 1926 e continuò ininterrottamente per quarantadue anni arrivando a realizzare 62 opere.

Il suo personaggio per eccellenza, il detective Ludovic Travers, fece il suo esordio nel 1929 in The Perfect Murder Case. Timido e riservato, ma generoso e dotato di grande raziocinio, Travers collabora regolarmente con Scotland Yard e in particolare con il sovrintendente George Wharton, scorbutico e decisionista, dai caratteristici baffi spioventi.

La peculiarità dei romanzi di Bush è quella di dotare i personaggi sospetti di alibi apparentemente inattaccabili che poi, grazie a una paziente e minuziosa analisi, vengono smontati fino alla dimostrazione della loro evidente falsità.

Nonostante la produzione letteraria di Bush sia arrivata fino alla seconda metà degli anni Sessanta, le opere più significative sono quelle degli anni Trenta, tra le quali meritano una particolare menzione Dancing Death (1931, Omicidio a Capodanno), Cut Throat (1932) e The Case of the Dead Shepherd (1934, Una buona tazza di tè).

Quarta di copertina

La tragica morte per avvelenamento di Charles Tennant, un insegnante di storia apparentemente benvoluto da tutti, getta nello scompiglio la Woodgate Hill County School, una scuola secondaria nei sobborghi di Londra.

Quando il sovrintendente George Wharton di Scotland Yard giunge sul posto insieme all’amico detective Ludovic Travers, l’ipotesi del suicidio viene subito scartata: a uccidere Tennant è stato l’acido ossalico versato da mano ignota nella sua tazza di tè.

Ma la bevanda, si scoprirà, era stata preparata per Mr Twirt, il preside dell’istituto, un uomo i cui modi boriosi e autoritari gli sono valsi il più vivo e malcelato disprezzo da parte dell’intero corpo docente.

Se pure il veleno ha apparentemente colpito la persona sbagliata, il destino di Twirt è comunque segnato giacché poco dopo il suo cadavere, con il cranio sfondato, viene rinvenuto sotto un albero del giardino.

Due omicidi nello stesso pomeriggio non possono che essere collegati, ma chi poteva avere, oltre al movente, l’opportunità di commettere quei crimini?

E per quale motivo Tennant, a detta di un testimone, appena prima di morire aveva tentato di raggiungere il suo collega Castle con in mano un vecchio catalogo di apparecchiature scientifiche?

Christopher Bush, Una buona tazza di tè (The Case of the Dead Shepherd, 1936) Traduzione Dario Pratesi
Polillo Editore
collana I bassotti 109
pagg. 282
euro 14,90

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