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venerdì 22 Novembre 2024
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Iti Caffè: l’ex torrefazione della famiglia mafiosa Graviano avrà una nuova sede a Palermo

L'Iti Caffè sarà prodotto in un bene confiscato alla mafia.

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PALERMO – L’Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e confiscati ha assegnato alla coop Conca d’Oro Caffè, che gestisce l’azienda confiscata alla famiglia Graviano. Si tratta di alcuni locali, nel quartiere Uditore di Palermo, facenti parte della confisca Sansone: 900 metri quadri circa che tra qualche mese diventeranno la nuova sede della nota azienda di caffè.

Burocrazia lenta

La consegna dell’immobile non sarà immediata. La Provincia di Palermo in una delle prossime giunte dovrà deliberare l’assegnazione al Consorzio Ulisse società cooperativa sociale Onlus che poi consegnerà i locali alla cooperativa Conca d’Oro Caffè.

«Crediamo che tutto l’iter possa concludersi nel giro di pochi mesi», dice ancora Moscato alle prese in questi giorni con uno sfratto esecutivo nei locali storici dell’azienda, nei pressi della stazione centrale. «L’assegnazione del bene è un’ottima notizia – dice Filippo Parrino, presidente di Legacoop Palermo -.

Da una parte in questo modo si dà un messaggio chiaro alla mafia e dall’altro si aiuta chi ha deciso di scommettere sulla legalità investendo il proprio lavoro e la propria fatica quotidiana. È l’antimafia che aiuta se stessa a crescere».

La storia

La vicenda della Coop Conca d’Oro Caffè ha inizio nell’ottobre del 2009, quando alcuni ex dipendenti della Iti Caffè, confiscata alla famiglia mafiosa di Brancaccio dei Graviano nel 2006, decide di rilanciare l’azienda, portandola sui binari della legalità.

Un percorso difficile fatto di intimidazioni (dalla colla nei lucchetti a vari danneggiamenti) ma anche di reazioni inaspettate come la marcia indietro di clienti storici che cessano di rifornirsi del caffè Iti.

Tra questi, i cinque hotel del gruppo Acqua Marcia, i bar dell’aeroporto, i supermercati GS e persino i ristoratori dell’Ars. Una strada in salita cui però i soci della coop riescono a fare fronte passo dopo passo, riprendendo lentamente quota e riuscendo a chiudere lo scorso anno con un attivo anche se di poche migliaia di euro.

«Ci auguriamo che il percorso dell’assegnazione si concretizzi nel più breve tempo possibile – dice Moscato – nei nostri piani ci sono investimenti per potenziare la produzione e rafforzare il mercato di riferimento».

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