TRIESTE – Apriamo una lente di ingrandimento su una delle Associazioni del settore caffè più anziane in Italia e che ha contribuito a spingere e diffondere la cultura della tazzina lungo tutto lo Stivale sin dalla sua costituzione nell’ormai lontano 1891. Il ruolo fondamentale che ha ricoperto l’Associazione Caffè Trieste (Assocaffè) è legato a doppio filo con la storia strategica di questa città, che come punto logistico e industriale ha contribuito a far evolvere la bevanda e la sua qualità nel tempo. Ancora oggi il 20% dei chicchi importati in Italia giungono proprio nel porto triestino, subito dietro Genova e Savona che ne raccolgono il 60%. Leggiamone la storia dall’articolo di Zeno Saracino su triesteallnews.it.
Assocaffè, custode dell’intera filiera
Dalla produzione alla distribuzione, Assocaffè è stata in grado di riassumere dentro la sua organizzazione tutti i punti di una catena lunga e composita: dal bar al porto, dal sacco di verde alla torrefazione.
Nata il 17 settembre 1891, sotto la denominazione generica di “Associazione degli interessati nel commercio del caffè“; come racconta la portavoce Lorenza Negri “l’attestato di fondazione è infatti bilingue: italiano e tedesco. Vi sono stati poi delle interruzioni durante i conflitti mondiali, specie considerando come molti dei nostri soci fossero di origine ebrea”.
Cent’anni addietro, nel 1921, la denominazione si amplia in “Associazione degli interessati nel commercio e nell’industria del caffè“, sintetizzando così la struttura particolare dell’ente, limitata alla provincia di Trieste, ma comprendente l’intera filiera del caffè. I soci tutt’oggi infatti si distinguono tra Ordinari – con sede legale nel territorio di Trieste – e Corrispondenti – con sede legale in Italia o all’estero.
Primariamente infatti “L’associazione nasce come un’impresa di commercializzazione del caffè. Il caffè arrivava a Trieste coi semi bianchi – solitamente si pensa siano verdi, ma in realtà sono bianchi, perché crudi – e dalla città veniva immesso su diversi mercati”.
L’interesse verso il commercio della materia prima presto si estende alla tostatura
“Si commerciava infatti tanto in entrata, quanto in uscita: sia come caffè crudo che come torrefatto. Successivamente si è aggiunta anche la logistica, senza dimenticare la vendita dei macchinari: dagli impianti di produzione al classico macinino”.
Pertanto “Non è un’associazione di categoria, ma di filiera. E ormai è l’unica rimasta: c’erano anche Genova e Napoli, ma sono state chiuse. Siamo terzi in Europa dopo Amsterdam e Amburgo“.
A partire dal secondo dopoguerra, Assocaffè è stata la “prima promotrice delle giornate internazionali del caffè oggigiorno confluite nel Triestespresso Expo“. L’associazione infatti “è stata molto attiva fino agli anni Novanta, quando c’era ancora una diversa circolazione delle merci”.
In particolare, mentre in passato i rappresentanti internazionali del caffè si riunivano in una conferenza, “nel 1984 ha promosso una crociera del caffè, a suo tempo scortata dalla polizia, perché era l’anno in cui si era avvenuto l’attentato alla Achille Lauro”.
Sebbene l’emergenza Covid renda impossibile una reale programmazione, c’è l’intenzione di tenere la decima edizione di Triestespresso Expo in Porto Vecchio, dal 27 al 29 ottobre 2022. A questo proposito, nei mesi di lockdown, Assocaffè non è rimasta ferma, ma ha organizzato “una serie di webinar gratuiti per gli associati e a pagamenti per i non soci”. Si è trattato di “piccoli incontri di un’ora e mezza, passando dalla botanica, ai paesi di origine, alla logistica, all’estrazione, alla macinatura, senza dimenticare la formazione e la comunicazione mediatica”. In totale “16 incontri che riproporremo sicuramente”.
Mentre continuano gli accordi di partenariato – ultimo dei quali la missione in Kenya – si comincia a riflettere su come tutelare l’eredità dell’associazione, a tutti gli effetti un frammento di storia triestina; a questo proposito, già ai tempi di Triestespresso, “nella parte espositiva cercavamo di mostrare le attrezzature parte della storia dell’associazione” e tutt’oggi “c’è un progetto in mente”.