VENEZIA – Una specie di ammutinamento, generale e improvviso. Alle 19.45 di giovedì sera i camerieri dell’Harry’s Bar, nel cuore di San Marco, hanno avvertito che, per protesta, se ne sarebbero andati di lì a poco. E così hanno fatto verso le 20,30. Hanno lasciato nel loro armadietto la divisa, si sono infilati abiti meno eleganti e impegnativi e si sono chiusi la porta del celebre locale alle spalle lasciando con un palmo di naso i direttori di sala e il proprietario, Arrigo Cipriani, che ha servito di persona i clienti.
Harry’s bar: stessa scena, lunedì scorso all’ora di pranzo, anche se il personale di cucina era regolarmente in servizio
In quel caso a servire ai tavoli erano rimasti la cassiera e altri due dipendenti. Motivo del contendere la delusione dopo aver ricevuto l’ultima busta paga. «Unilateralmente l’azienda – secondo Andrea Gaggetta, sindacalista della Cisl che tutela i dipendenti dell’Harry’s – ha deciso di modificare la composizione dello stipendio. Prima era legato a una quota fissa a cui veniva aggiunta una percentuale sugli incassi, oltre ovviamente alle mance. Bonus che è stato via via ridotto negli anni, fino a scomparire nell’ultimo stipendio ricevuto pochi giorni fa, in cui è rimasta inaspettatamente soltanto la quota fissa». Millecento euro circa, contro i quasi duemila dei momenti migliori per i circa 70 dipendenti addetti ai tavoli del prestigioso locale.
E così i camerieri in modo compatto hanno deciso di lasciare il locale, affollato a quell’ora, e di andarsene all’improvviso. Arrigo Cipriani all’indomani ha presentato le proprie rimostranze alla Cisl, inviando una lettera in cui si fa riferimento alle modalità dello sciopero non condivise, sottolineando che esistono non solo i diritti dei lavoratori, ma anche quelli dell’impresa. Lo stato di agitazione da parte dei camerieri, peraltro, era già stato proclamato nei giorni scorsi e sembra destinato a continuare. Per il momento nessun provvedimento è stato assunto dal proprietario.
Anzi, Cipriani getta acqua sul fuoco su tutta la vicenda
Sostiene che in fondo è “normale” che ci siano momenti di tensione in una trattativa nella quale, peraltro, si intravvede qualche spiraglio. «Non c’è stato proprio nessun problema l’altra sera, tutto è filato liscio, nessuna lamentela da parte della clientela: sono stati preparati e gestiti 70 coperti in modo impeccabile» sostiene. E proprio Cipriani è sceso in pista tra la cucina e il ristorante. «Niente di strano: lo faccio spesso, fa parte del mio mestiere togliere i piatti sporchi dal tavolo dei miei affezionati clienti. Certo che queste cose accadono solo in Italia». Fonte: gazzettino.it12