MILANO – Rabobank è bullish sul mercato delle materie prime, ma non per il caffè, che potrebbe anzi registrare una delle peggiori performance tra tutte le commodity agricole. Le previsioni del gruppo olandese per il prossimo anno delineano un quadro preoccupante e prefigurano il rischio di disagi sociali causati dai forti rincari dei generi di prima necessità.
Il 2022 vedrà meno interruzioni delle filiere produttive dovute al Covid – si legge nella nota – ma non ancora un ritorno alla normalità.
Il rischio inflattivo rimarrà elevato e il ridimensionarsi dei prezzi di alcuni prodotti essenziali sarà solo parziale. Ciò potrebbe far crescere un sentimento di malcontento diffuso, già presente in alcuni paesi, con “conseguenze sociali incerte”.
I rincari maggiori sono previsti per lo zucchero, anche in ragione di un atteso incremento della domanda di etanolo da canna da zucchero, a fronte della prospettiva di prezzi energetici sempre elevati.
Previsti rincari vicini al 15%, rispetto ai prezzi attuali, anche per i futures del cacao. Questi ultimi risentiranno del deficit di offerta stimato sia per quest’anno che per il prossimo.
E il caffè? Rabobank conferma, per il 2021/22, un deficit di offerta nell’ordine dei 5,2 milioni di sacchi
Ma la situazione migliorerà nel 2022/23: la produzione crescerà dell’8,2%, a 177,1 milioni di sacchi. E si tornerà a un surplus di offerta di 3,3 milioni di sacchi.
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