SEOUL – Trovare un bar dove bere un espresso “accettabile” fuori dall’Italia, è un’impresa, soprattutto in Corea. Oltre il sapore, l’odore e anche il colore, sono caratteristiche molto apprezzate da chi ama il caffè e non possono essere trascurate. Non si può entrare in un bar qualunque, perché per noi amatori, l’espresso NON è lo stesso.
Così vai alla caccia della migliore caffetteria nella zona e come me, sei disposto ad allontanarti un bel po’ per gustarti un buon espresso. Se sei napoletano, poi il caffè è parte della tua cultura. Non riesci a farne a meno.
Sono da un paio di mesi a Seoul ed ero sconfortato della qualità “misera” dell’espresso che trovi girando tra i vari franchising (Starbucks, Caffè Bene, etc.) o presunti Italian coffee shop, per poi pagarlo mediamente 4500 won cioè poco più di 3 euro. Purtroppo, poiché la richiesta del caffè non è come in Italia questi sono i prezzi.
Il caffè americano probabilmente è la bevanda preferita dai Coreani e l’espresso potrei definirlo “il caffè americano in tazzina” poiché tipicamente non è cremoso ed è allungato con l’acqua fino all’orlo.
Fortunatamente, ho scoperto un bar, al momento l’unico, dove il caffè è molto buono. Si chiama “Choi espresso coffee shop”
Si raggiunge facilmente risalendo per circa 150 m il marciapiede dall’uscita 2 della stazione di BangBae-dong (linea 2).
In questo bar, a differenza di molti altri (che ho visitato), puoi scegliere tra una vasta gamma di tipologie di caffè “direttamente” importate dalle patrie del caffè come la Colombia, il Costa Rica, El Salvador, il Rwanda, l’Etiopia etc.
La torrefazione è fatta da loro, perciò il marchio del caffè venduto porta quello del bar stesso. Il prezzo di un espresso va dai 3900 won (2,65 euro) per il “Choi coffee espresso” ai 4800 won (3,26 euro) per “il Colombia San Callos”. Ogni tipologia di caffè ha il suo aroma.
Al mio parere sono tutti di qualità (decisamente migliori di alcune marche di caffè usati nei bar napoletani). C’è quello più amaro, quello dal sapore più intenso, quello che è un po’ dolciastro, quello più “eccitante” etc. Non posso giudicare quale caffè sia il migliore.
È come quando si sceglie tra dei profumi di qualità. La scelta è personale. Posso dire che i miei preferiti sono “l‘Honduras El Capucal” ed il “Costa Rica Zancero”, anche se costano 4500 won entrambi. Invece quello che meno preferisco è “l’Ethiopia Kengin”.
Sappiamo che affinché un espresso sia buono non basta che la qualità del caffè sia alta ma deve essere preparato seguendo alcune regole e bisogna avere a disposizione buoni macchinari.
In “Choi espresso coffee shop” i macchinari sono Italiani e i baristi con grande meticolosità preparano il caffè, forse troppa, perché aspetti un paio di minuti per essere servito. Probabilmente si “stonerebbero” in Italia dovendo servire molte persone nello stesso tempo.
Oramai, vado quasi tutti i giorni e rimango seduto al tavolo per ore collegato con il mio pc al Wi-Fi del bar…gratis! Però non è una novità di questo bar. Infatti, in tutti “coffe shop” che ho visto in Corea, tipicamente le persone comprano e siedono ai tavoli (non come da noi che prendi il caffè alzato al bancone per pochi minuti e vai via) senza pagare alcun supplemento di prezzo.
Questi “coffee shop” sono ambienti accoglienti e le persone rimangono anche per studiare, leggere un libro (che puoi trovare stesso al bar come se fosse una piccola biblioteca) e addirittura per fare un meeting o un colloquio di lavoro.
Quando mi servono il caffè sanno che deve essere “stretto”, poiché normalmente tendono a farlo lungo, però è cremoso (anche se non come quello napoletano). Inoltre sanno che voglio bere un bicchiere d’acqua prima del caffè (nessun coffe shop coreano ti serve l’acqua con il caffè se non glielo chiedi).
Parlando con uno di loro, ho saputo che seguono un corso a un’accademia del caffè, l’unica in Corea, il cui presidente, Mr. Choi è anche il proprietario del coffee shop. Ho avuto occasione di conoscere questa piacevole persona. Era seduto al bancone (l’unico bar che ho visto con il bancone) mentre selezionava con una grande precisione i semi osservandone, colore e dimensione.
Così il proprietario mi ha raccontato la storia del suo business in Corea
Circa 14 anni fa, comincia a girare per il mondo spinto da questa grande passione che nutre per il caffè. Apprende le tecniche della preparazione del caffè alla “Rancilio Coffee Machine Company” e alla ”Conti Coffee” .
Poi nel 2006 apre l’accademia del caffè dove molti ragazzi anche provenienti da altri bar vengono ad apprendere come si prepara l’espresso (e il caffè americano). Infine nel settembre del 2011 decide di aprire “Choi espresso coffee shop”.
Attualmente ricopre le seguenti cariche che mi ha elencato:
•Jury of Cup of Excellence (www.cupofexcellence.org)
•Speciality coffee Asso. Of Europe Korea chapter coordinator (www.scae.com)
•Judge of World barista Championship(www.worldbaristachampionship.com)
Anche se Mr. Choi, come mi ha detto, usa un filtro per l’acqua con cui prepara l’espresso, non potrà mai riprodurre in Corea l’acqua di Napoli che dà un sapore straordinario al caffè partenopeo.
Spero che la cultura dell’espresso si diffonda velocemente in Corea e che sempre più baristi seguano un corso o comunque, con tutto il rispetto, imparino a fare l’espresso italiano. Se scopro un altro coffe shop degno di nota sarà presto riportato sul Blog “Vabene Corea”.