MILANO – Mentre in Brasile sta per iniziare una stagione di raccolto potenzialmente da record, la Colombia potrebbe registrare quest’anno un’ulteriore minimo storico, a causa delle perduranti difficoltà climatiche e in conseguenza dell’attuazione di un massiccio programma di rinnovo delle colture, con nuove varietà ad alta resistenza e produttività.
Colombia: a lanciare l’ennesimo allarme è stato questa volta il marketing chief di Fedecafé Andres Valencia
In un’intervista concessa a Bloomberg, Valencia ha ipotizzato per l’anno solare 2012 un raccolto compreso tra i 7,5 e i 7,8 milioni di sacchi, in ulteriore lieve regresso rispetto ai 7,81 milioni circa del 2011, già minimo storico dal 1976.
Tra marzo 2011 e febbraio 2012, la Colombia ha raccolto 7,243 milioni di sacchi, con un saldo negativo a volume del 23% sull’analogo periodo precedente. Nello scorso mese di febbraio, la produzione è stata di appena 571 mila sacchi.
Da ormai tre anni, anomalie ed eccessi del clima continuano a incidere negativamente sulla produzione della Colombia
Che rimane sempre lontana dalle medie storiche anche recenti (11-12 milioni di sacchi all’anno).
Va inoltre ricordato che, nell’arco dello stesso periodo, oltre 300 mila ettari di piantagioni sono stati rinnovati con varietà resistenti alla ruggine del caffè (e alle altre avversità esacerbate dal mutamento climatico) determinando temporaneamente un forte abbassamento del potenziale produttivo del paese.
Preoccupano intanto i possibili colpi di coda del fenomeno La Niña, che, sebbene in attenuazione, potrebbe comunque determinare precipitazioni superiori di un buon 50% alle medie storiche nel corso dei prossimi tre mesi.
La stagione delle piogge
Queste, almeno, le previsioni del direttore generale dell’Istituto governativo di idrologia, meteorologia e studi ambientali (Ideam) Ricardo Lozano. Secondo Lozano, questa stagione delle piogge risulterà meno intensa delle precedenti (l’anno scorso, il livello delle precipitazioni è stato 4 volte superiore alle medie storiche, ndr.), ma non per questo sarà meno pericolosa, poiché le piogge torrenziali degli ultimi due anni hanno aumentato oltremodo la vulnerabilità idrogeologica del territorio.
Il governo sta elevando le spese infrastrutturali per accrescere le difese a fronte dell’emergenza climatica, ma gli interventi, a detta di molti, rimangono insufficienti.
Il maltempo dei due anni trascorsi ha causato danni per miliardi di dollari in termini di minori raccolti (incidendo temporaneamente anche sui prezzi dei prodotti alimentari) e danni alle infrastrutture lasciando senza tetto centinaia di migliaia di persone.
I prezzi
Ad aggravare la situazione, l’apprezzamento del peso, che ha ridotto i margini di guadagno dei produttori di caffè, come di altri prodotti destinati all’export. “La situazione è apocalittica – ha dichiarato Jairo Agudelo, analista della banca di investimenti cilena Celfin Capital – i produttori di caffè ricevono il 28% in meno rispetto all’inizio dell’anno a causa della forza della moneta nazionale e del calo dei prezzi”.
Per questo motivo, Fedecafé ha sollecitato, due settimane fa, la banca centrale a porre fine agli incrementi dei tassi, che hanno contribuito al rivalutarsi della moneta colombiana, in particolare nei confronti del dollaro.
A febbraio, l’istituto ha elevato il tasso di riferimento per il secondo mese consecutivo di 25 punti base al 5,25%. Il peso si è rivalutato dall’inizio dell’anno del 9,35% e del 6,7% nei 12 mesi precedenti, grazie alla buona prestazione economica del paese, che ha beneficiato, negli ultimi anni, di un forte flusso di investimenti esteri reso possibile dalla maggiore stabilità interna, favorendo un forte sviluppo di settori chiave, quali quello petrolifero e minerario.
Interventi del governo
Il ministro delle finanze Juan Carlos Echeverry ha annunciato a inizio settimana maggiori interventi del governo sui mercati valutari per impedire una rivalutazione eccessiva del peso.
Le misure dell’esecutivo si sono limitate sin qui all’acquisto di una ventina di milioni di dollari al giorno sul mercato spot. Se la Colombia ha dovuto fare i conti con piogge diluviali, in Brasile il problema sembra essere quello opposto.
Come riferisce l’autorevole analista di mercato tedesco F.O. Licht, le principali aree di produzione brasiliane hanno registrato lo scorso mese un clima “più secco del normale” e secondo Marco Antonio dos Santos, agronomo presso il servizio meteo Somar Meteorologia di San Paolo, i bassi livelli di umidità nel suolo hanno portato allo sviluppo di una percentuale elevata di chicchi di peso inferiore alla media.
La situazione non è ancora preoccupante, ma potrebbe diventarlo
Secondo Damien Courvalin, analista newyorchese di Goldman Sachs Group, qualora le recenti condizioni di tempo secco dovessero confermarsi nei prossimi mesi, le prospettive produttive potrebbero ridimensionarsi causando una ripresa dei prezzi, che rischierebbe di essere esacerbata dalla forte posizione corta dei non commercial (ossia degli speculatori professionali) evidenziata nel più recente Cot (Commitment of Traders, ossia il rapporto settimanale della governativa Cftc – Commodity Futures Trading Commission – che riporta le posizioni long e short aperte sui futures azionari, obbligazionari, valutari e delle materie prime suddivise per categorie di operatori finanziari, ndr.).
Fondi di investimento ed Hedge Fund erano net-short di 11.161 futures e opzioni alla data del 20 marzo ossia la massima esposizione net-short da 2009.
Il quadro potrebbe iniziare a invertirsi a partire da giugno complice, secondo l’analista di Rabobank Keith Flury, con l’approssimarsi dell’inverno brasiliano e il conseguente materializzarsi del rischio di gelate nella coffee belt.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato, infine, il Consiglio nazionale del caffè (Cnc), la potente entità privata, che aggrega produttori, cooperative, associazioni di caffeicoltori e federazioni agricole degli stati produttori.
Secondo il presidente del Cnc Silas Brasileiro le scorte in Brasile e negli altri paesi produttori continuano ad assottigliarsi
E potrebbero raggiungere livelli critici prima dell’immissione nel mercato del nuovo raccolto brasiliano. “Continuiamo a raccomandare ai produttori dei vendere con cautela in questo momento di prezzi in calo e di attendere le migliori opportunità che potrebbero delinearsi nel periodo che ci divide dall’inizio del nuovo raccolto” ha dichiarato Brasileiro.
Nuovi dati
Nuovi dati Cepea ridimensionano intanto precedenti stime relative alla commercializzazione del nuovo raccolto dello stato di Espírito Santo, massimo produttore del Brasile di robusta.
Secondo una nuova stima del centro di studi avanzati dell’Università di San Paolo, i produttori hanno venduto non più del 5% del raccolto 2012/13 contro il 10% indicato in precedenti proiezioni.