MILANO – Il 24 marzo, ricorre la ‘Giornata europea del gelato artigianale’, l’unica che il Parlamento europeo ha finora dedicato a un alimento, promossa in Italia da Cna e Confartigianato con l’adesione di centinaia di gelaterie.
Nel 2013 la spesa delle famiglie italiane per comprare coni, coppette e vaschette ha raggiunto i 2.026 milioni di euro, con una crescita dell’1% rispetto all’anno precedente. I consumi si sono stabilizzati intorno ai sei chilogrammi pro-capite, pari a circa 380mila tonnellate all’anno.
In aumento del 2% i punti vendita: le gelaterie, ma anche altri esercizi che distribuiscono gelato come pasticcerie, bar, ristoranti, sono 38.892 e fanno dire che il mercato nazionale ormai saturo (l’incidenza delle gelaterie artigiane sulla popolazione pari a 62 aziende ogni 100mila abitanti).
Gli addetti si stimano in oltre 150mila. Importante anche il valore degli acquisti dei produttori del settore gelato artigianale per l’industria agroalimentare: nel 2013 sono state comprate 220mila tonnellate di latte, 64mila di zuccheri, 21mila di frutta fresca e 29mila di materie prime.
Se il mercato nazionale (quasi) saturo, l’export in gran parte ancora da esplorare, “con ottime prospettive non solo in ambito europeo, ma anche in Usa e Estremo Oriente”, fa sapere Cna Toscana. Il gelato artigianale sta infatti conquistando un ruolo da protagonista nelle principali vie delle capitali internazionali, portandosi dietro anche tutta la filiera, dai produttori di macchine specializzate a quelli di semilavorati.
L’industria delle macchine e degli ingredienti del gelato si conferma una delle punte d’eccellenza del made in Italy. I marchi dei produttori sono 15, con un fatturato di circa 300 milioni di euro (per l’80% all’export), che sale a 800 milioni se si considerano anche gli arredamenti e le attrezzature.
Gli addetti sono circa 450 nelle macchine, oltre 1.000 se si includono gli arredamenti e le attrezzature. I maggiori mercati per l’esportazione sono nell’Unione europea, ma cresce la richiesta di Usa e parte dei nuovi mercati emergenti, soprattutto in Estremo Oriente.
L’industria degli ingredienti e dei semilavorati conta circa 80 aziende per 1.600 addetti e un fatturato di oltre 250 milioni di euro, in crescita negli ultimi anni sia in Italia, sia soprattutto all’estero. L’Unione europea, con la Germania in testa, rappresenta il principale mercato di esportazione, anche se sempre maggiori richieste arrivano dagli Usa, dall’Est Europa, dall’Estremo Oriente e dall’Australia.