MILANO – Gruppo Cimbali, azienda italiana leader per la produzione di macchine professionali per l’espresso, non poteva che reagire con lo spirito propositivo che l’ha da sempre contraddistinta, di fronte al cambio di consumi e di mercato in conseguenza allo scoppio del virus. Dall’horeca quindi, il gruppo ha fatto il suo ingresso nel canale domestico, ovviamente in grande stile: la Faemina è la macchina premium pensata per i consumatori che a casa vogliono replicare un’esperienza in tazza all’altezza delle aspettative più esigenti.
Questi importanti e ambiziosi obiettivi, sono stati spiegati dal nuovo direttore generale di Gruppo Cimbali, Enrico Bracesco, nell’intervista di Matteo Meneghello apparsa sul quotidiano Il Sole 24 Ore e su ilsole24ore.com.
Gruppo Cimbali, prossime strategie sull’home
Così inizia l’articolo de Il Sole 24Ore: Forte di un’esperienza centenaria nel canale horeca, il gruppo Cimbali apre a una nuova stagione di contaminazione e lancia un’offensiva al segmento home, mettendo in pista una gamma di prodotti pensati esclusivamente per il pubblico retail. Il primo passo di questa scelta strategica, che promette di avere un impatto significativo nel mix di fatturato del gruppo di Binasco, è Faemina, macchina da caffè per il segmento premium.
«L’obiettivo – spiega il nuovo direttore generale del gruppo, Enrico Bracesco a Il Sole 24Ore – è riuscire a portare al 20% del fatturato totale a regime in 5 anni il comparto home premium, oggi assente».
Il Sole 24Ore riporta, ricavi attesi: 40 milioni l’anno, per il comparto home
Continua l’articolo di Meneghello: considerato un giro d’affari annuale di circa 200 milioni, l’operazione si tradurrebbe in una generazione di ricavi per circa 40 milioni. A regime l’azienda prevede di vendere circa 15mila nuove macchine da caffè per la casa.
L’operazione è stata elaborata prima dell’avvento del Covid, con il suo impatto nel mondo dei consumi dentro e fuori casa, e ha richiesto al gruppo la definizione di un piano investimenti mirato, «non tanto sulle linee di produzione – spiega Bracesco a Il Sole 24Ore –, ma in stampi e sviluppo prodotto. Rispetto al prodotto tradizionale si è trattato di togliere, piuttosto che aggiungere. Altre voci di spesa – prosegue il direttore generale – hanno riguardato marketing e comunicazione. Per questa prima fase abbiamo investito già 5 milioni di euro, ma siamo solo all’inizio, perché il progetto prevede l’ingresso nel segmento con tutti nostri brand, e avremo due-tre gamme per tre marchi».
Il debutto al Salone del mobile
Prosegue l’intervista su Il Sole 24Ore: a livello operativo la campagna ha debuttato ufficialmente all’ultimo Salone del Mobile. «Partiamo dal’Italia e dall’Europa e successivamente ci sposteremo sui mercati del Nord America e dell’Asia» spiega Bracesco a Meneghello. Sul piano commerciale l’azienda si appoggerà alle scelte degli architetti nella realizzazione delle nuove costruzioni di pregio chiavi in mano, e contemporaneamente sfrutterà la nuova piattaforma e-commerce.
Spiega ancora Bracesco al Sole 24Ore: «Nel segmento home puntiamo a raggiungere una soglia del dieci per cento, considerando che il prodotto che stiamo immettendo sul mercato ha caratteristiche premium rispetto alla maggioranza degli attuali competitor».
L’impatto dei lockdown su Gruppo Cimbali
Precisa Il Sole 24ore: il gruppo, sbilanciato nel segmento professionale, ha sofferto nell’ultimo anno le difficoltà della ristorazione legata ai lockdown. «L’impatto è stato pesante – riconosce Bracesco nell’articolo di Meneghello –, con un calo del fatturato nell’ordine del 15 per cento. Fortunatamente negli ultimi mesi stiamo assistendo a una ripresa e le previsioni sono per un ritorno a fine anno sugli stessi livelli del 2019, senza considerare l’apporto della nuova strategia nell’home, che dispiegherà completamente i suoi effetti solo l’anno prossimo».
Riporta Il Sole 24Ore: da aprile di quest’anno, comunque, «il recupero è stato costante – ribadisce Bracesco nell’intervista –. Cimbali, in particolare, può sfruttare un mix di ricavi diversificato che comprende, oltre alle normali forniture per bar ed esercizi commerciali, anche la fornitura e la ricambistica di macchine automatiche in locali ad alta frequentazione, come per esempio le stazioni di servizio.
I nuovi mercati
Conclude l’articolo Enrico Bracesco su Il Sole 24Ore: «Infine ci sono i nuovi mercati. Solo il 15% del nostro fatturato è legato al mercato italiano, il resto va all’estero, e in Cina ed Estremo Oriente la crescita del consumo di caffè è a doppia cifra». Il settore condivide le stesse difficoltà di molti altri segmenti manifatturieri nella gestione della supply chain. «Anche sulle nostre macchine montiamo molti microchip – spiega Bracesco a Il Sole 24Ore – e, in generale il contingentamento di molte componenti e materie prime è stato un fattore critico, parzialmente mitigato da contratti di fornitura blindati e a lungo termine, oltre che nella capacità di scaricare a valle gli aumenti di prezzo».
Conclude Il Sole 24Ore: per il futuro, infine, il direttore generale non esclude una crescita per linee esterne.
«Abbiamo già un track record di successo nell’m&a – spiega Bracesco nell’articolo di Meneghello –: due anni fa abbiamo rilevato Keber, realtà veneta attiva nella produzione di componenti per macinacaffè, mentre nel 2017 fa in Usa è stata acquisita Slayer, marchio di alta gamma che stiamo finendo di integrare all’interno del gruppo. Per il futuro, dopo avere testato la nostra capacità di penetrazione nel mercato dei privati, siamo aperti a cogliere ulteriori opportunità».