MILANO – Riportiamo l’opinione autorevole della prima banca d’Italia, Intesa San Paolo, che ha effettuato uno studio sulle materie prime firmato da Daniela Corsini, economista sui Mercati delle materie prime della Banca Intesa. Da questo studio è emersa la previsione che le quotazioni del caffè dovrebbero restare “sostenute” nel 2021. Questo anche a causa di “avverse condizioni meteorologiche in varie regioni produttrici” e per le oscillazioni del prezzo del petrolio. Condividiamo l’analisi dall’articolo di Carlotta Scozzari su repubblica.it.
Ma pesa l’incognita dei costi della logistica a cominciare dai container
Resta tuttavia la grande incognita relativa ai prezzi dei noli e dei container che stanno pesando sul prezzo attuale e che potrebbero continuare a spingere al rialzo dei costi a prescindere dall’andamento della materia prima. Di questo l’analista di Banca Intesa nulla dice. Vedremo. Anche perché i grandi dealers mondiali sono sempre meno propensi a stoccare verde nei porti vicini ai consumatori di nuovo a causa delle turbolenze nella logistica e dei costi salatissimi dei noli. In caso di cali si troverebbero con merce cara sulle spalle.
Intesa San Paolo: il quadro possibile del caffè
Inizia così l’articolo su Repubblica: ” A casa o al bar, poco importa: per molti italiani, il connubio tra caffè e zucchero scandisce uno dei momenti di pausa o relax cui si fa fatica a rinunciare durante la giornata. Così, per avere un’idea di quanto potrebbe costare nei mesi a venire la tanto amata tazzina, occorre partire proprio dalle previsioni sull’andamento delle quotazioni delle due principali materie prime che ne sono alla base, caffè e zucchero appunto. E dallo studio sulle commodity appena firmato dall’economista della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, Daniela Corsini, emerge che sui movimenti futuri dei prezzi, ora più che mai, aleggia una grande incognita chiamata “condizioni meteorologiche”.
Continua su Repubblica: “Se, in generale, Intesa ritiene che le quotazioni della maggior parte delle merci agricole siano destinate a “diminuire nei prossimi mesi, a fronte delle aspettative di mercati meno tesi”, l’ufficio studi della banca sottolinea allo stesso tempo che “i timori legati alle condizioni meteorologiche restano in primo piano e potrebbero alimentare volatilità, a causa degli impatti più gravi e meno prevedibili di cambiamento climatico e riscaldamento globale sul settore”.
L’allarme dell’Ico per la stagione 2021-2022
Lo studio di Intesa San Paolo evidenzia come nei mesi scorsi il prezzo abbia registrato un sensibile rialzo “dovuto a una significativa scarsità di offerta sul mercato”. In questo contesto, l’International Coffee Organization (Ico) stima che nella stagione 2021-22 il mercato mondiale possa registrare un deficit di materia prima a causa di prospettive più favorevoli legate alla domanda globale e ai consumi fuori casa per l’avanzamento delle campagne vaccinali, a fronte dell’attesa diminuzione della produzione nei principali Paesi esportatori. In particolare, sottolinea lo studio firmato da Corsini, “la stagione sarà caratterizzata da raccolti scarsi per le piante di Arabica in Brasile, che entrano nell’anno meno prolifico del ciclo di produzione biennale, causando una complessiva diminuzione della produzione domestica di caffè rispetto alla stagione precedente”.
Così prosegue l’analista di Banca Intesa su Repubblica: “Considerando la sensibile diminuzione dell’offerta registrata sinora in Brasile e l’impatto negativo di avverse condizioni meteorologiche in varie regioni produttrici”, si aspetta che i prezzi del caffè possano restare a livelli “ben sostenuti”: nel quarto trimestre dell’anno in corso la stima è vicina ai 170 centesimi di dollaro per l’Arabica (comunque al di sotto delle attuali quotazioni tra 194 e 198 centesimi di dollaro mentre per la Robusta si prevede un prezzo medio pari a 1.800 centesimi di dollaro, anche in questo caso sotto alle quotazioni dei future, ora in area 2.050-2.130.
Continua su Repubblica l’economista di Banca Intesa: “Successivamente, nel 2022 le quotazioni dovrebbero diminuire a un prezzo medio di 157 centesimi di dollaro per l’Arabica e di 1.645 centesimi di dollaro per la Robusta, ipotizzando dinamiche meteorologiche più favorevoli, soprattutto in America Latina e America Centrale”.
Lo zucchero oscilla tra aumenti e diminuzioni
“Quest’anno – mette in luce lo studio sulle materie prime – anche i mercati dello zucchero hanno sofferto per condizioni meteo estreme. In particolare, le gelate che hanno colpito il Sud America hanno danneggiato i raccolti in Brasile e hanno alimentato timori sulla carenza di offerta mondiale”. Non bastasse, un elevato prezzo del petrolio, rispetto ai minimi che erano stati toccati nel 2020 con l’arrivo della pandemia, “ha incoraggiato i produttori brasiliani a trasformare canna da zucchero in etanolo piuttosto che in zucchero raffinato”.
Chiude l’articolo su Repubblica: “Bisogna partire da queste considerazioni per comprendere perché dietro alla stima, elaborata dal contro studi di Banca Intesa, di “una modesta diminuzione delle quotazioni” della materia prima utilizzata anche per addolcire le bevande ci sia l’attesa di una maggiore stabilità dei prezzi del petrolio, proprio in questi giorni balzati su massimi che non si vedevano dal 2014. Più nel dettaglio, Corsini si aspetta che, nell’ultimo trimestre dell’anno, il prezzo dello zucchero raggiunga una media di 17,5 dollari per i contratti future Sugar n. 11 e di 450 dollari per i future White Sugar. Nel 2022, poi, le quotazioni potrebbero diminuire ulteriormente, verso una media di 16,3 dollari per i contratti Sugar n. 11 e di 430 dollari per i future White Sugar, “poiché nei prossimi trimestri i mercati dovrebbero divenire progressivamente meno tesi”, prevede Intesa.
Insomma, sia per il caffè, sia per lo zucchero potrebbe essere in arrivo un 2022 caratterizzato da prezzi in discesa.
Condizioni meteo permettendo, si capisce.