di Federica Pascucci*
La puntata di Report del 7 aprile ha riportato al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e, soprattutto degli operatori, il tema della qualità del caffè servito nei bar italiani. Il tema non è certo nuovo poiché di esso si parla da qualche tempo, come testimoniato anche dalle diverse tavole rotonde ed incontri che si sono succedute nel recente passato.
Sicuramente la trasmissione giornalistica di RaiTre ha riacceso il dibattito, anche con toni provocatori, come del resto i vari articoli delle ultime settimane di Comunicaffè testimoniano.
In “tempi non sospetti” la sottoscritta ha realizzato una survey, volta ad indagare la visione delle aziende di torrefazione italiane riguardo all’ho.re.ca. italiano. La survey fa parte di una ricerca approfondita sull’analisi della condizione competitiva dei torrefattori italiani, la quale è stata curata insieme al dottor Maurizio Giuli (e che è in procinto di essere pubblicata nelle prossime settimane dalla casa editrice Franco Angeli con il titolo “Il ritorno alla competitività dell’espresso italiano”).
Un dato su tutti credo sia rilevante nel dibattito che si è sviluppato: il 74% delle imprese intervistate ritengono che negli ultimi anni la qualità del caffè servito al bar sia peggiorata, a causa dei comportamenti e delle politiche dei torrefattori e dei baristi stessi. In particolare, l’11,7% ritiene che il calo qualitativo sia imputabile esclusivamente alle politiche del torrefattore, il 23,3% ritiene che sia invece a causa dei baristi, mentre un 46,5% ritiene che sia imputabile ad entrambe le parti e il 18,5% ad altri fattori esterni al settore.
Vi è quindi una diffusa consapevolezza che il tema della qualità del caffè sia un tema critico; dato ancora più eloquente è che la maggioranza dei torrefattori imputa la riduzione dei consumi nel canale ho.re.ca. proprio al calo della qualità dell’offerta dei bar, dal punto di vista, sia della qualità del caffè servito, sia dei servizi offerti al consumatore.
Il problema nasce quindi all’interno del settore (ed è solo in parte imputabile a cause esterne, come la recessione economica) e gli operatori del mercato (torrefattori e baristi in primis) sono purtroppo parte in causa dello stato di crisi del caffè al bar.
Vorrei però sgomberare il campo da possibili equivoci: la ricerca proposta non vuole essere un’ennesima critica all’operato dei torrefattori, anche perché abbiamo avuto modo di riscontrare una forte volontà (da parte di molti) a cambiare un modello di business che appare ormai inefficace e che anzi sta facendo scivolare l’intero sistema del caffè in uno stato “agonizzante”.
Il libro propone piuttosto un’analisi volta a comprendere le dinamiche competitive che contraddistinguono il “sistema caffè espresso italiano”, sia sul mercato interno, sia in ambito internazionale. Lo scopo è di fornire uno strumento, che possa essere utile agli operatori del caffè per avere una chiave di lettura del contesto in cui si trovano ad operare e per individuare quali politiche essi possono mettere in atto al fine di rendere le loro imprese più competitive.
L’auspicio degli autori è quello di contribuire in modo costruttivo al rafforzamento del “sistema caffè espresso italiano”, anche attraverso l’attivazione di un dibattito fra i vari protagonisti su una piattaforma online (contenuta in un blog -www.espressocompetitiveness.com- che verrà lanciato insieme al libro e ad esso collegato con un QrCode), la quale vuole essere un luogo di aggregazione per chiunque sia interessato a tali tematiche, all’interno della quale alimentare discussioni, scambi di opinioni e di esperienze, che possano essere utili alla crescita culturale e professionale di tutti coloro i quali fanno parte dell’ampio “sistema del caffè Italia”.
Come emerge dall’analisi, il settore è sottoposto a forti pressioni competitive, che se non adeguatamente affrontate possono costituire una seria e concreta minaccia per le aziende italiane. Occorre allora che tutte le parti in causa collaborino per fronteggiare in modo efficace le sfide e per rilanciare un settore così importante, non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e culturale, essendo il caffè espresso una delle icone del “made in Italy” nel mondo.
*Federica Pascucci, ricercatore confermato in Economia e Gestione delle Imprese e docente di Internet e Marketing presso la Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” dell’Università Politecnica delle Marche (Ancona); f.pascucci@univpm.it.