domenica 22 Dicembre 2024
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Hrovat: farmacista rapito dall’espresso, diventa torrefattore in Austria

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BAD ISCHL (Austria) – Andando oltre i confini nazionali si ritrovano sempre le tracce del caffè che portano dritti a un torrefattore sui generis, che dal campo della farmaceutica ha seguito la sua passione per la bevanda, che lo ha portato a farne una nuova professione: ecco la storia dell’austriaco Georg Hrovat, raccontata da Jeanne Perego su repubblica.it. La molla che lo ha spinto a cambiare vita è stato proprio il caffè italiano, così come racconta lui stesso: mentre si trovava a Perugia per studio, è stato rapito – come spesso accade agli stranieri – dall’aroma dell’espresso. Da lì, è stato un viaggio senza ritorno, a colpi di chicchi di caffè che da verdi si colorano verso il marrone.

La sua esperienza con il caffè ricorda quasi un percorso filosofico e culturale, nell’esplorazione di questo rito attraverso la formazione – condivisa con sua moglie – e poi l’artigianalità. Hrovat lavora incessantemente da quel magico incontro armato di una macchina della Trabattoni di Lecco. Il risultato: miscele studiate per diversi tipi di consumo, in formati da 250 o 1000 grammi illustrate con cartoon, poi messe sul mercato nel negozio e al mercato settimanale di Bad Ischl, ma anche online o in alcuni punti vendita in Austria.

Hrovat: una vita segnata dall’espresso

Esordisce così l’articolo su Repubblica: “Nel centro di Bad Ischl, la pittoresca cittadina austriaca dove andavano in vacanza Sissi e Francesco Giuseppe, dove si respira aria di montagna e di impero, c’è il torrefattore che non ti aspetti: un mago del caffè che ha molto a che fare con l’Italia. Scovarlo non è facile, visto che il suo regno è quasi mimetizzato in un concept store di oggetti per la casa abbigliamento sulla Kreuzplatz, a due passi dal parco delle terme. Si entra attratti dai colori di quanto è in vendita, e si viene immediatamente catturati dal profumo di caffè.

Dalla farmacia alla torrefazione: “Ho cambiato vita grazie al caffè italiano”

“L’austriaco Georg Hrovat ha iniziato il suo percorso di produzione acquistando chicchi da tostare prevalentemente da piccoli coltivatori a Panama, in Nicaragua, Messico, Brasile, Colombia ed Etiopia. – continua l’articolo su Repubblica: – Il suo amore per la bevanda aromatica è sbocciato in Italia, mentre si trovava a Perugia per imparare l’italiano: gli espressi e i cappuccini del Belpaese hanno definitivamente conquistato l’uomo cresciuto nella variegata cultura austriaca del caffè che declina Kleiner Schwarzer (espresso ristretto), Einspänner (caffè con panna servito in bicchiere) , Melange (caffè con latte caldo e latte montato), Kleiner Brauner (espresso con latte servito a parte) e Grosser Brauner (caffè doppio con latte servito a parte ).”

 

 

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