MILANO – L’Istituto espresso italiano (Iei) ha voluto fotografare il ruolo delle donne nell’industria del caffè. Ancora su questo tema, proponiamo l’intervista a Barbara Chiassai, che è l’amministratore delegato dell’Istituto espresso italiano (Iei) stesso nonchè Rdd Sistemi Certificati – Formatrice di Essse Caffè. Un’intervista realizzata dall’Istituto stesso e rivolta alle professioniste del settore.
Barbara Chiassai, cosa ama di più della sua professione nel mondo dell’espresso?
“Espresso è un sostantivo “maschile” che non potrebbe esistere senza il mondo “femminile” che lo compone: la miscela, la macchina, la mano dell’operatore e la passione naturalmente! Uomo o donna che siamo, la cosa veramente importante è riuscire nella nostra professione di formatori, a trasmettere l’importanza che ha il lavoro nel mondo del bar, che è sì quello di regalare piacere attraverso l’espresso, ma anche di essere parte di quella socializzazione che quando, come in questo periodo, ci viene tolta, ne cogliamo l’importanza e il vero significato. Ecco perché amo questa professione: insegnare qualcosa agli altri che torna indietro sotto forma di fragranza e ricchezza di aromi: l’espresso, naturalmente accompagnato da un sorriso!”
Come pensa si possa fare cultura dell’espresso in modo più efficace?
“Cerchiamo in tanti modi di fare cultura nell’espresso: partecipando attivamente ad associazioni, organizzando corsi di formazione e incontri, ma credo che un modo più efficace possa essere quello di parlarne durante l’esperienza di assaggio all’interno del bar. Mi immagino al fianco del consumatore per fargli capire quello che sta assaggiando e fargli notare, affinché non sia scontato, che quello che sta lì intorno, la macchina per caffè, il macinadosatore, il barista, sono il mezzo per ottenere quella piccola, ma così ricca bevanda che è l’espresso.”
Barbara Chiassai, pensa che il mondo del caffè valorizzi abbastanza le donne?
“E’ vero che dopo tanti anni di esperienza nel mondo del caffè ho incontrato molti più uomini rispetto a donne. Diciamo la verità: è un mondo molto maschile quello del caffè, ma non ne faccio una questione di numero perché è certamente vero che siamo meno, ma quando ci siamo o dietro a un banco del bar o in sala corsi o in una sala assaggi tutti se ne ricordano, perché la passione è femmina e in questo mestiere è uno degli ingredienti fondamentali!”