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venerdì 22 Novembre 2024
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Goi, Cartolina al caffè numero 5: parliamo della Vita meravigliosa, 1954

La selezione degli argomenti – utili per la redazione delle famose “ ricerche scolastiche “ oggi banalizzate dal copia ed incolla internettiano – le illustrazioni dedicate e la buona qualità complessiva dei testi ne fecero uno strumento di lettura e consultazione di un certo pregio e buon successo.

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MILANO – Continuano le “Cartoline al caffè – di Gianluigi Goi. Un sogno nel cassetto all’insegna dell’espresso italiano la stesura di una lettura teatralizzata con parole, versi e musica per una mostra di pittura che valorizzi il caffè soprattutto come elemento di socializzazione.

Goi: Cartolina numero 5 – Il Caffè nell’enciclopedia popolare “ Vita Meravigliosa “ del 1954

Da sempre il caffè esercita un grande fascino. La sua natura di pianta tropicale indissolubilmente legata nell’immaginario collettivo alla fazenda brasiliana resa celebre da film e telenovelas, la raccolta e le prime operazioni di pulitura che riportano ad una sorta di rito collettivo ricco di sapori colori ed atmosfere esotici che, a volte ancora oggi, illustrano le confezioni esposte sui banchi di vendita, rappresentano un sicuro motivo di richiamo, una sorta di piccola memoria collettiva.

Sul finire degli anni Cinquanta del secolo scorso, era imperante la necessità di favorire l’apprendimento scolastico dopo i disastri della guerra mondiale e le mille difficoltà legate ai fenomeni migratori interni ed all’accentuata urbanizzazione soprattutto del Nord. E’ in quel contesto sociale, prima ancora che economico, che va inscritto un fenomeno editoriale – la vendita in edicola di enciclopedie e più in generale di grandi opere a fascicoli – che assunse, nei primi anni Sessanta, dimensioni colossali. Basti dire che la Fratelli Fabbri Editori, attore di primissimo piano in questo settore a livello mondiale, fece uscire la celeberrima enciclopedia “ Conoscere “ nel 1958 (sei edizioni fino al 1963) vendendo l’incredibile numero di seicento milioni di fascicoli. Antesignana, con alcuni anni d’anticipo – buon successo di pubblico e di vendite ancorché non comparabili a quelle strepitose dei Fratelli Fabbri – della nuova tendenza fu l’enciclopedia “ completamente illustrata “, come sottolineava una manchette in copertina, “ Vita meravigliosa – Documentari istruttivi a colori (di) arte scienza storia leggende e scoperte “.

Edita nel 1953 a Milano dalle edizioni M. Confalonieri (personaggio di un certo rilievo nel contesto tipografico/editoriale del tempo) e diretta da Gino Conte, “ Vita Meravigliosa “ in realtà fu un dizionario enciclopedico (ovviamente a fascicoli) studiato appositamente per i ragazzi delle scuole

La selezione degli argomenti – utili per la redazione delle famose “ ricerche scolastiche “ oggi banalizzate dal copia ed incolla internettiano – le illustrazioni dedicate e la buona qualità complessiva dei testi ne fecero uno strumento di lettura e consultazione di un certo pregio e buon successo. Stante le premesse, non poteva mancare un “ documentario “, cioè una trattazione ampia dell’argomento, del tema caffè che ritroviamo – è un pezzo che crediamo possa ingolosire il collezionista o il semplice appassionato di piccole mirabilia caffeicole d’antan – nel numero 8 dell’aprile 1954. Gradevole la copertina di chiara impronta fazendera, raffigurante la vagliatura manuale dei chicchi con il lancio in aria di prammatica, e nelle tre pagine del testo, sette illustrazioni.

Con riferimento a queste, le prime tre – a onor del vero bruttarelle – descrivono le caratteristiche botaniche della pianta, per passare poi alla raccolta ovviamente manuale ed alla successiva pulizia e cernita dei chicchi. Gradevoli, per i colori vivi e i particolari che si legano bene insieme, nella successiva pagina due, la leggenda del pastore arabo che scoprì le sue capre sovraeccitate dopo che avevano brucato le bacche di moka e bella la scena di genere ambientata in una mescita pubblica nell’Arabia del secolo XVII.

E, ancora, nella conclusiva pagina tre del documentario, due immagini – decisamente esplicative e che a nostro modo di vedere richiamano nettamente lo stilema delle famose figurine Liebig – raffiguranti la torrefazione durante la quale “ si sviluppano e si fissano quelle sostanze aromatiche che rendono tanto gradito l’infuso “ e “ l’interno di un modernissimo < bar > “ dove due distinti signori con cappotto e cappello si intrattengono, al banco, tazzina in mano, con una signora molto sulle sue. *Quinta parte (continua) *Le parti precedenti sono state pubblicate il 27 aprile, 17 e 24 maggio 27 giugno 2012.

Gianluigi Goi

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