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venerdì 22 Novembre 2024
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Università illy: il direttore Faina spiega che il futuro saranno lezioni digitali e in presenza

Il Direttore: "La sala che oggi è uno studio televisivo evoluto continuerà la sua funzione essenziale in una forma che potremo definire ibrida. Si continuerà con l’approccio digitale, affiancato da quella fisico, operativo. Si andranno a ottimizzare le diverse possibilità didattiche grazie alle esperienze acquisite in questi mesi. Riprenderanno i tour aziendali e i corsi in presenza, consolidando e rafforzando allo stesso tempo gli aspetti digitali che abbiamo verificato essere particolarmente efficaci.”

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MILANO – Con Moreno Faina, che è il Direttore dell’Università del Caffè della Illy di Trieste, con 26 sedi in tutto il mondo, abbiamo fatto il punto sull’attività di questa particolarissima “scuola” che cura progetti di formazione dedicati a tutta la catena del valore del caffè caffetteria che è tra quelle con l’attività più lunga.

Università del Caffè illy: si comincia il secolo scorso a Napoli, probabilmente tra le “scuole di caffetteria” più antiche.

“E’ un progetto che da 21 anni ha avuto una sua evoluzione, proponendo il suo contributo alla diffusione della cultura di caffè di qualità, una qualità orgogliosamente sostenibile. Università del Caffè nasce a Napoli con l’idea di formalizzare un processo di diffusione
della cultura del caffè in maniera strutturata. In questa direzione il primo contatto che abbiamo avuto è stato quello con l’Università Federico II di Napoli. Il professor Raffaele Cercola, docente di marketing, ha condiviso con il dottor Ernesto Illy il desiderio di creare una realtà che desse un contributo forte alla condivisione della cultura del caffè. Tant’è che è nata l’Università del Caffè che all’epoca era configurata come una Srl, con base a Napoli. Conducevamo un numero ridotto di corsi, erogati esclusivamente in loco.

La nostra era una missione che partiva da Trieste e che ci portava a dare contributi didattici sulle tematiche tecniche-tecnologiche. Il professor Cercola si occupava dei corsi gestionali, che sin dall’inizio hanno sempre fatto parte del dna dell’offerta didattica dell’Università del Caffè della illy.”

Adesso non si può quasi più dire che l’Università abbia sede solo a Trieste, con le sedi all’estero e la didattica a distanza

“Il trasferimento della Università del Caffè a Trieste con una configurazione che non era più quella una Srl, ma integrata nella illycaffè Spa avvenne nei primissimi anni 2000, quando l’azienda ha deciso di investire in un progetto didattico fortemente innovativo dotando la sede di sale corsi e tecnologie, di un forte approccio alla multimedialità. Era una realtà ben lontana da quella che conosciamo oggi, ma il trasferimento a Trieste, ci ha permesso di far vivere ai corsisti i tour aziendali, a far conoscere praticamente la filiera del caffè per quel che riguarda la sua fase finale.

La prima filiale dell’Università l’abbiamo aperta in Corea del Sud nel 2005. Poi sono venute la Cina e molte altre sino all’ultima, la ventiseiesima, aperta a Singapore poche settimane fa. Oggi Università del Caffè è un network internazionale che mira fortemente alla digitalizzazione. Questo indubbiamente ridurrà distanze in senso fisico e organizzativo e potenzierà l’operatività, fornendo grossi vantaggi anche nel prossimo futuro.”

La sede di Trieste come sarà utilizzata in futuro?

“L’area dedicata all’Università del Caffè con le tre sale corsi, conserverà sempre la sua funzione: i segnali della nuova normalità che stiamo percependo, sono sempre più forti, ma dobbiamo essere consapevoli che non si potrà tornare indietro a dove eravamo due anni fa: la nostra vita sarà modificata da quello che abbiamo vissuto. La sala che oggi è uno studio televisivo evoluto continuerà la sua funzione essenziale in una forma che potremo definire ibrida. Si continuerà con l’approccio digitale, affiancato da quella fisico,
operativo. Si andranno a ottimizzare le diverse possibilità didattiche grazie alle esperienze acquisite in questi mesi.

Riprenderanno i tour aziendali e i corsi in presenza, consolidando e rafforzando allo stesso
tempo gli aspetti digitali che abbiamo verificato essere particolarmente efficaci.”

L’offerta dell’Università del Caffè è vasta: come vi siete regolati in questo periodo di didattica a distanza per la parte pratica? Per l’addestramento sulla macchina da bar, per esempio?

“Non siamo rimasti con le mani in mano: quando siamo stati colti all’improvviso dagli effetti della pandemia, senza più la possibilità di viaggiare e di ricevere potenziali partecipanti in UdC, abbiamo studiato la situazione e abbiamo scelto di investire sul nostro team. Ovvero dotare i docenti e tutta la struttura UdC, delle risorse per evolvere come persone e come professionisti. Abbiamo costruito con l’aiuto di professionisti del settore, percorsi di public speaking online, la possibilità di gestire conoscenze tecniche
proprie dell’ambito televisivo, sino alle soluzioni innovative per ovviare alla mancanza della attività pratica, consentendo l’utilizzo dello strumento comunicativo per ridurre il gap aspettative/erogazione su queste attività.

Siamo rimasti positivamente stupiti del fatto che anche il mercato dei professionisti che si era mostrato scettico inizialmente di fronte a questa nuova realtà digitale, con la dovuta preparazione e con un approccio professionale, ha risposto in maniera davvero interessante e incrementale. Quando parlo di mercato mi riferisco sia a quello nazionale che a quello internazionale. Quello che prima succedeva nell’organizzare corsi sul caffè volando da un Paese all’altro, riferendoci ai consumatori, ai professionisti e alla forza vendita, è diventata un’operazione che ha consentito con facilità di raggiungere, organizzare e uniformare i messaggi didattici sul caffè ovunque. “

La didattica a distanza avrà un seguito per la formazione permanente con chi ha già seguito con voi dei corsi?

“Sì. Anche perché l’evoluzione digitale è tale proprio perché porta dei grossi cambiamenti. La formazione a distanza non è la semplice trasposizione di un corso che si gestiva in aula a uno che vede la sua trasposizione online. C’è la necessità di una profonda ristrutturazione nell’impostazione, di una revisione dei contenuti, della metodologia di erogazione e nuove regole di ingaggio dei partecipanti. C’è l’esigenza di una maggiore efficacia. Per questo è importante formare i nostri docenti e tutto il nostro team che poi
opererà direttamente online: concentrare in un paio d’ore al massimo un programma che prima si sarebbe svolto in molto più tempo, richiede nuove competenze. Resta comunque la mia ferma convinzione che La soluzione didattica ibrida sarà sempre più quella vincente.”

Da Trieste gestite corsi anche in altre lingue per altri mercati?

“Abbiamo 26 filiali e questo determina che queste ultime gestiscano in maniera diretta nella loro lingua natia le attività formative coordinate da un unicum basato a Trieste che produce e diffonde la didattica nell’ambito del network. In ogni caso, da Trieste, eroghiamo prevalemente corsi in italiano e in inglese. C’è anche una valida rappresentanza anche di programmi in lingua spagnola o di altre lingue, e questo grazie
alla versatilità dei nostri docenti.”

Quanto conta nella vostra formazione, l’aspetto della novità di prodotto nel settore delle macchine professionali? Nei vostri corsi si parla delle nuove attrezzature e dei progetti?

“La nostra attività di analisi sui prodotti e su tutte le novità tecniche che escono nel mondo horeca come macchine da caffè, macinadosatori e non solo, ovviamente continuano. E i risultati dei test sono messi a disposizione sia del network illy sia dei partecipanti ai corsi in presenza e online. Tutti gli iscritti vengono aggiornati sulle tecnologie che ci portano nel futuro.”

Ultimamente si parla tantissimo di bevande a base non più di latte ma vegetali: queste novità come funzionano dal punto di vista corsistico e del risultato in tazza?

“Di questo tema ne parliamo molto nei nostri corsi. Stiamo cavalcando quest’onda molto interessante, stringendo una partenership con uno dei più rinomati produttori al mondo, proprio perché abbiamo verificato, in primis dai nostri studi e dalle nostre analisi effettuate tramite la collaborazione con il laboratorio illy Sensory Lab, la loro qualità, validità ed efficacia . Il tema fa parte quindi della nostra offerta didattica e della ricerca qualitativa dei prodotti. Il professionista ed il consumatore sono sempre più curiosi
verso queste soluzioni certamente trendy ma decisamente qualitative. Ne sentiremo sempre più parlare e credo sia una delle novità di cui il nostro settore ha bisogno.”

Avete corsi per tutti i gusti. Qual è il corso che incontra di più l’interesse degli studenti?

“Direi i corsi tecnici, che consentono al partecipante di sviluppare una competenza da applicare il giorno dopo: espresso, cappuccino, ricette al caffè sicuramente catturano più l’attenzione da parte dei partecipanti. Particolare rilevanza al modulo relativo alla sostenibilità declinato nell’ambito dell’offerta didattica dell’Università de Caffè. Ma cito il caso di un corso che definiamo “maestro barista” e che si eroga da ben 21 anni perché è rimasto efficace e si è saputo rinnovare per tutto questo tempo.

Dura 4 giorni e tocca tutti gli aspetti della filiera del caffè e per questo suscita molto interesse anche da parte anche dei neofiti. Persone che non hanno mai avuto a che fare con il mondo del bar poi entrano in questo percorso attraverso questo corso che è estremamente dettagliato per acquisire le basi da approfondire successivamente.”

Quanto è importante un corso di caffetteria, per avere successo in un’attività professionale in un bar?

“Oggi molto. Sempre di più. Perché le competenze devono avere uno spettro ampio. La capacità di avere una visione a 360 gradi consente di sviluppare le conoscenze per operare in prima persona come professionista, per poter guidare il lavoro dei collaboratori, per verificare e indirizzare gli aspetti relativi al proprio marketing e soprattutto quello dei risultati economici. Non si può fare questo mestiere soltanto per amore ma dev’essere considerata come un’attività tutto tondo.”

Ci sono corsi anche per gli utenti finali, i consumatori? Come vi rivolgete a questi partecipanti?

“L’attività per i consumatori crescerà sempre di più. È importante “educare” un consumatore a saper riconoscere un caffè di qualità. La scelta del consumatore interviene in vari momenti, dall’acquisto del prodotto in un supermercato, alla scelta del bar dove può trovare più o meno allo stesso prezzo prodotti qualitativamente molto distanti fra di loro e qui il riconoscimento dell’effettiva qualità sarà fondamentale. E’ una proiezione verso un consumo cosciente e di qualità.”

Come mettersi in contatto con l’Università di Caffè? Come visionare i dettagli dei corsi e anche l’offerta online?

“Attualmente la nostra attività continua ad essere molto ampia, ma contemporaneamente il progetto della digitalizzazione di Università del Caffè sta andando avanti. C’è un piano di ristrutturazione completo che toccherà nel cuore la progettazione digitale e didattica: nuovo sito, una nuova piattaforma, nei prossimi mesi sono previste delle novità sostanziali. Stiamo preparando qualcosa di molto grande che potrà esser visionata nel prossimo semestre.

Nel frattempo, sul sito dell’Università del Caffè viene pubblicata in dettaglio l’offerta didattica attuale con informazioni sui corsi e sui dettagli tecnici e logistici per partecipare.
Le nostre forme di contatto sono il sito, il numero verde 800 821 021 oppure tramite la forza vendita illycaffè”

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