MILANO – Come sull’ ottovolante. Se amate vivere pericolosamente e non avete le coronarie deboli dedicatevi al trading dei futures sul caffè: i brividi sono garantiti, vista la volatilità di questi ultimi tempi.
Siamo stati testimoni e cronisti, la scorsa settimana, dell’irresistibile ascesa del contratto “C”, che non più tardi di due mercoledì fa (12 marzo) toccava il vertiginoso picco intraday di 209,75 cents: un livello mai raggiunto dal lontano febbraio del 2012.
Il giorno successivo, il contratto benchmark (maggio) ha chiuso a 205,95 cents, ai massimi degli ultimi due anni. Alla repentina fiammata è seguita una rapida discesa, che ha sgonfiato, almeno in parte, la bolla speculativa.
A cavallo della settimana, la scadenza principale ha lasciato sul campo 1.455 punti tornando in area 190 centesimi. Martedì si è registrato qualche modesto guadagno, ma da mercoledì i prezzi sono tornati a scendere e, tra l’altro ieri e ieri, il contratto principale ha perso ulteriori 1.740 punti terminando a 174,15 centesimi.
Dopo la più forte impennata speculativa dal 1997, il contratto newyorchese degli arabica ha subito, negli ultimi due giorni, il tonfo più pesante dall’inizio del decennio.
E dopo aver fatto registrare la migliore performance, tra tutte le 24 commodity nel paniere del Standard & Poor’s GSCI Spot Index, il caffè si è ritrovato ieri a indossare la maglia nera.
Ad accelerare le prese di beneficio sono state le buone notizie provenienti dal Brasile, dove il meteo prevede l’arrivo di un fronte freddo, che dovrebbe portare precipitazioni abbondanti durante il fine settimana. Dopo la siccità senza precedenti di gennaio e febbraio, a marzo i livelli delle precipitazioni di alcune aree hanno superato del 44% le medie stagionali.
“In situazioni come queste si considera sempre lo scenario peggiore – ha dichiarato a Reuters Tom Pugh, analista economico di Capital Economics – ma sembra ora che i danni potrebbero rivelarsi meno gravi del previsto ed è per questo, credo, che i prezzi hanno cominciato a scendere”.
Ancora più netta la posizione di Boyd Cruel, senior analyst per Vision Financial Markets a Chicago, intervistato da Bloomberg: “Il rally è stato eccessivo, tutto è successo troppo presto e troppo in fretta. Abbiamo ancora eccedenze cospicue, l’offerta è abbondantemente sufficiente a coprire la domanda”.
A questo punto, i prezzi potrebbero anche ridiscendere in area 150 centesimi.
Ma l’outlook rimane volatile – avverte lo steso Cruel – poiché “le previsioni del tempo possono anche cambiare” e non vanno dunque escluse, a priori, nuove recrudescenze speculative.
“Se la pioggia, attesa per il week-end, non arriverà, la prossima settimana il mercato potrebbe registrare nuovi, forti rincari ”