BRESCIA – La battaglia per portare al riconoscimento all’Unesco del del rito del caffè espresso italiano non smette mai di raccogliere adesioni e sostenitori. A spingere ancora una volta la candidatura, si muove anche l’Istituto internazionale assaggiatori caffè (Iiac) con una lettera indirizzata al Ministro Stefano Patuanelli che è triestino. La riportiamo di seguito, firmata dal presidente Luigi Odello.
Iiac si rivolge al Ministro
“Egregio Signor Ministro, il nostro Istituto è stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto metodi per la valutazione sensoriale del caffè e, in particolare, dell’espresso italiano che costituisce, in assoluto, la preparazione più ricca e rappresentativa della materia prima e della maestria del preparatore. ln quasi trent’anni di attività abbiamo formato oltre 11.000 professionisti in più di 40 paesi del mondo, diventando di fatto i maggiori esportatori italiani di scienze sensoriali e coadiutori attenti nella determinazione dell’apprezzamento del made in Italy.
Il nostro Istituto offre inoltre, sin dalla sua nascita, la collaborazione tecnico scientifica all’Istituto nazionale espresso italiano che, per primo, mise a punto uno schema di certificazione sensoriale in grado di offrire al consumatore la garanzia di ottenere sorsi di piacere dalla nostra tazzina nazionale, oggi sempre più emulata nei cinque continenti.
L’Italia resta la patria del caffè espresso
E, a partire da questo presupposto, l’Istituto ha aderito al progetto per la candidatura Unesco finalizzata al riconoscimento del Rituale (Arte) del caffè espresso italiano tradizionale come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Confidiamo quindi nel supporto del Suo Ministero per una rapida soluzione che consenta
l’inoltro al Gruppo di Lavoro Unesco del dossier Rito (Arte) del caffè espresso italiano.
Nel ringraziarla per l’attenzione, l’occasione ci è gradita per porgerle il saluto più cordiale.
Luigi Odello