MILANO – Facciamo un salto tra il 1935 e il 1941, attraverso una macchina Victoria Arduino ripresa in uno scatto di Roberto Amoroso e conservato nell’archivio Luce che racconta uno dei riti più radicati nella cultura italiana del caffè. Se poi aggiungiamo che il luogo immortalato è a Napoli e vede in azione due baristi alle prese con una Victoria Arduino modello Stile 900, il quadro è completo.
Una macchina che, come ci aiuta a ricordare il collezionista Enrico Maltoni, è stata prodotta in pochi esemplari del 1935 ed è quindi molto rara: ne esistono poche, 3/4 al mondo, una delle quali esposta al Mumac di Binasco, il museo delle macchine del caffè espresso di Gruppo Cimbali. Che è possibile ammirare al seguente link.
Victoria Arduino e due baristi: la sintesi della tradizione dell’espresso
Una storia legata a quella del marchio Victoria Arduino, dal 2001 di proprietà di Simonelli Group, nato nei primi anni del Novecento all’interno di un clima dinamico e volto all’innovazione tecnica.
Un ambiente che ha trovato pronto Pier Teresio Arduino (che ha dato il nome anche ad una macchina contemporanea la Theresia; n.d.C.), che da impiegato ha deciso di far parte del cambiamento e nel 1905 ha realizzato la sua prima macchina per caffè espresso chiamandola non a caso Victoria, per sottolineare l’obiettivo raggiunto.
Sua l’idea di costruire una macchina rivoluzionaria, che assicurasse velocità di erogazione e massima facilità e sicurezza di utilizzo: per renderlo possibile, era necessario rivoluzionare il core della macchina: la caldaia.
E le idee rivoluzionarie continuano ad uscire dalle menti dei progettisti della Victoria Arduino. Al punto che sono gli unici ad aver realizzato, e soprattutto messo in vendita, l’unico macinadosatore on demand gravimetrico presente sul mercato mondiale.
Si tratta di una macchina zeppa di tecnologia e dotata di una bilancia di altissima precisione integrata nel porta filtro.
Stiamo parlando del Mythos 2 che sin qui nessun altro costruttore, nel 2021, è ancora riuscito ad eguagliare.