MILANO – Dopo la precisazione diffusa nell’edizione di martedì 9 febbraio ecco un ritorno con una panoramica industriale e finanziaria sul pianeta La Marzocco che, dalla fabbrica di Scarperia e San Piero alle porte di Firenze, porta il 97% delle sue macchine professionali per il caffè made in Italy in tutto il mondo. Grazie anche al lavoro di 450 addetti, il bilancio ha superato i 129 milioni.
Di recente La Marzocco ha inaugurato, sempre nei pressi di Firenze, a Pian di San Bartolo-Trespiano, L’Accademia del Caffè espresso, nella sede dell’ex stabilimento dove tutto ebbe origine sin dai primi del 1900, esattamente nel 1927, grazie ai fratelli Giuseppe e Bruno Bambi.
Da sempre La Marzocco definisce le sue macchine “Handmade in Florence”, un segno distintivo che ha portato ad un successo globale che non si è arrestato neppure con la pandemia.
Per tornare sull’argomento vi proponiamo un estratto dell’articolo, che è apparso sul quotidiano economico Il Sole 24 Ore di lunedì 8 febbraio con la firma di Silvia Pieraccini.
La pandemia rivoluziona la produzione di un marchio iconico di macchine da caffè per bar come La Marzocco, storica azienda con sede a Scarperia e San Piero alle porte di Firenze
Che esporta il 97% del fatturato in più di 100 Paesi (Australia e Usa in testa) abbinando design, innovazione, qualità made in Italy e capitali italo-americani: la holding statunitense fa capo infatti a una decina di investitori tra cui, con una quota di minoranza, De’Longhi Industrial S.A.
Di fronte al lockdown che ha colpito caffetterie e ristoranti di mezzo mondo, La Marzocco ha aggiustato il tiro variando il mix produttivo.
Nel 2020 le macchine da caffè della linea home hanno superato, per la prima volta, le macchine da caffè destinate ai bar, per la cui costruzione l’azienda toscana è nata (nel 1927) e cresciuta: su un totale di 20.700 macchine prodotte, il 55% è stato per uso domestico e il 45% per uso professionale.
In questo modo l’azienda è riuscita a chiudere il 2020 con volumi produttivi leggermente superiori al 2019 e con un fatturato consolidato in linea con i 129 milioni di euro dell’anno precedente, legato proprio al cambio di mix. Perché le macchine per la casa, che non hanno cialde né capsule ma utilizzano caffè macinato, costano circa quattromila euro, un prezzo assai inferiore a quelle da bar.
«Nell’anno della pandemia abbiamo spostato gli equilibri produttivi – spiegano a La Marzocco –. Oggi la linea home pesa sempre di più, tanto che stiamo creando una struttura per fare macchine da caffè per la casa ‘su misura’, come facciamo per la linea bar, e nel 2021 continueremo a spingere su questi prodotti in Italia e all’estero».
La crescita del mercato italiano, fino a oggi marginale, ha portato La Marzocco ad ampliare la rete commerciale con nuovi distributori e servizi di assistenza tecnica e con l’apertura di una seconda filiale a Firenze dopo quella di Milano.
Ora l’obiettivo dell’azienda è accelerare grazie anche all’investimento da quattro milioni appena concluso
Nella vecchia sede aziendale a Pian di San Bartolo (Firenze) è stata creata l’Accademia del Caffè espresso, affascinante spazio di 2.000 metri quadrati che ospita il museo aziendale e un hub culturale votato alla ricerca, formazione e divulgazione del caffè.
A questo scopo è stata ricostruita una piantagione di caffè, con le tipiche condizioni climatiche e d’illuminazione, ed è partito un progetto di ricerca con il biologo Stefano Mancuso e con l’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico) per analizzare i parametri organolettici delle piante di caffè e sviluppare piantagioni sostenibili.
Il progetto legato all’Accademia e alla piantagione punta a migliorare la conoscenza del caffè, prodotto di cui l’Italia è uno dei più grandi importatori e trasformatori europei:
«Ma molti torrefattori non ne conoscono neppure l’origine – spiegano a La Marzocco – per questo la trasparenza e la comunicazione sulla filiera produttiva devono migliorare». Il piano interrato dell’Accademia ospita inoltre l’officina – intitolata ai fratelli Bambi che 94 anni fa fondarono l’azienda introducendo tecniche artigianali come la piega e la saldatura a mano, ancora applicate – in cui viene sviluppato il design di tutte la macchine da caffè e realizzati i prodotti su misura e le serie limitate, come quella che lo chef Alain Ducasse si fece realizzare nel 2019 per le sue caffetterie di Londra e Parigi.