MILANO – L’Ico è ottimista sui consumi, che prevede in crescita dell’1,3%, a 166,6 milioni di sacchi, nel 2020/21, dopo il forte calo registrato nel 2019/20. Si parla naturalmente di una stima preliminare, che va di pari passo con la prima stima sulla produzione, prevista a sua volta in forte crescita. Soprattutto grazie al raccolto record del Brasile. Tutte le cifre sono contenute nel rapporto sul mercato del caffè per il mese di gennaio, diffuso nella tarda serata di martedì 2 febbraio.
Per l’annata 2020/21 (ottobre – settembre), l’Ico prevede una produzione mondiale di 171,9 milioni di sacchi, in crescita dell’1,9% rispetto al 2019/20.
Andamento opposto rispetto all’annata trascorsa. Il raccolto mondiale di arabica sarà in crescita del 5,2% a 101,88 milioni di sacchi, riflettendo l’annata positiva del Brasile e il probabile incremento di altri produttori, tra i quali la Colombia.
Il minor raccolto del Vietnam spingerà invece verso il basso la produzione di robusta, che sarà di poco superiore ai 70 milioni di sacchi, in calo del 2,6%.
A fare la differenza – a fronte di una situazione complessivamente stabile nelle altre aree geografiche – sarà la maggiore produzione del sud America, che è prevista in crescita del 4,4%, a 84,54 milioni di sacchi. A primeggiare è naturalmente il Brasile, con un raccolto stimato, per l’annata in corso, in 69,6 milioni di sacchi.
Ben al di sopra, dunque, della stima ufficiale Conab. Ma crescerà anche la Colombia (+1,4%), che risalirà a 14,3 milioni di sacchi smentendo i timori di un impatto negativo della Niña sul raccolto mitaca. Complessivamente, il sud America contribuirà per il 49,2% alla produzione mondiale.
La produzione di Asia e Oceania subirà una lieve contrazione (-0,4%) scendendo a 49,27 milioni di sacchi. Negativa l’annata del Vietnam: lo sfavorevole andamento climatico e i prezzi bassi hanno inciso negativamente sul raccolto, che sarà di 29 milioni di sacchi, in calo del 4,9% dal dato record del 2019/20.
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