MILANO – Aspartame sì o aspartame no? Ultimamente l’uso dei dolcificanti artificiali è aumentato per sostituire lo zucchero nell’alimentazione quotidiana, e con i consumi si sono moltiplicati gli studi per analizzare la nocività di alcuni di questi e in generale dei loro effetti sull’organismo. Si torna a parlarne nell’articolo di Marco Antonio Tringali su centrometeoitaliano.it
Aspartame: nuove evidenze scientifiche
Il dibattito sulla pericolosità dell’aspartame è sempre vivo e acceso e si è intensificato negli ultimi anni. Il dolcificante è usato da molti anni dalle industrie alimentari per ridurre l’incidenza sull’obesità sulla popolazione e per prevenire il diabete mellito. Alcuni medici però hanno avanzato seri dubbi sull’aspartame tacciato di creare danni importanti al fegato. Dieci anni fa uno studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna aveva avanzato i primi dubbi sull’assunzione di aspartame da parte dei consumatori.
I ricercatori infatti, avevano portato all’attenzione della comunità scientifica i risultati di una loro indagine che evidenziava un aumento di tumori, leucemie e linfomi di Hodgkin nei ratti alimentati con questo dolcificante.
La posizione dell’Efsa
L’Efsa (European Food Safety Authority), l’agenzia europea per la sicurezza alimentare tuttavia, ha sempre sostenuto che l’aspartame non ha alcun legame con queste patologie. Oggi una nuova ricerca realizzata con la collaborazione di studiosi di diverse nazionalità e pubblicata sulla rivista scientifica Biology ha dimostrato la correlazione tra l’assunzione di aspartame e le lesioni epatiche. Il fegato quindi, secondo questo studio sarebbe gravemente minacciato dal dolcificante. L’Efsa ha sempre sostenuto che l’aspartame non rappresenta alcun pericolo per la salute pubblica con il supporto di alcuni studiosi eppure si susseguono gli studi che dimostrerebbero il contrario.
Alcuni studi pregressi sull’aspartame
I ricercatori dell’Università del Sussex infatti si sono schierati a sostegno del dolcificante, nonostante lo studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna. Nel 2013 il professor Erik Millstone e la dottoressa Elizabeth Dawson hanno segnalato che la valutazione effettuata dall’Efsa aveva un difetto sostanziale in quanto riteneva come affidabili solo l’84% degli studi sull’aspartame. I 73 rapporti che risultano esclusi dall’indagine dell’Efsa rilevavano tutti la pericolosità dell’edulcorante. Molti studiosi sostengono inoltre, che tra gli studi non considerati rilevanti alcuni hanno un alto livello di affidabilità.
Il dolcificante in questione è ancora utilizzato nell’industria alimentare
L’Efsa è quindi, sotto accusa per il suo lavoro di analisi e valutazione dei dati scientifici. In molti sospettano una parzialità di giudizio nell’indagine relativa all’edulcorante. Alcuni ricercatori pertanto, a seguito di queste nuove rivelazioni sostengono che l’utilizzo di aspartame dovrebbe essere sospeso fino ad un riesame completo di tutte le indagini effettuate nel corso degli anni.
L’agenzia europea per la sicurezza alimentare, tuttavia ha già respinto nel 2013 ogni accusa sottolineando l’attendibilità del proprio lavoro in relazione agli studi effettuati sull’edulcorante. Il dibattito sulla relazione tra l’aspartame e la salute pubblica è ancora aperto ed il dolcificante viene tuttora utilizzato dalle industrie alimentari.