MILANO – Prezzi del caffè in ripresa a novembre, anche se i massimi di agosto e settembre rimangono lontani. Secondo i dati del nuovo report Ico, diffuso mercoledì 2 dicembre, la media mensile dell’indicatore composto è risalita, il mese scorso, a quota 109,70 centesimi: il 3,6% in più rispetto a ottobre. Gli incrementi massimi riguardano gli indicatori dei brasiliani naturali (+6%) e dei robusta (+5,9%). Più indietro i colombiani dolci (+4,5%), mentre sono in controtendenza gli altri dolci, il cui indicatore arretra dello 0,9%. Gli indicatori di New York e Londra, infine, sono in crescita del 4,3% e del 6,2%.
A determinare questo andamento hanno contribuito soprattutto i timori per le conseguenze delle anomalie climatiche imputabili, in buona parte, al fenomeno La Niña. In particolare: la siccità in Brasile, l’eccezionale stagione degli uragani in America centrale e nei Caraibi, e il prolungarsi della stagione delle piogge in Vietnam, che ha ritardato l’inizio del raccolto di quest’anno.
La produzione mondiale per l’annata caffearia 2019/20 è ora stimata in 168,55 milioni di sacchi, in flessione dell’1,6% rispetto al dato record di due anni fa. La produzione di arabica segna un calo del 5,1% e scende a 95,732 milioni. Quella di robusta cresce invece del 3,2% raggiungendo, a sua volta, un nuovo dato record di 72,822 milioni.
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