ETIOPIA – Formazione, formazione, formazione: non ci si stancherà mai di ripeterlo quando si tratta di portare il settore caffè a un livello superiore di qualità, a partire dai Paesi d’origine sino all’operatore dietro al banco bar. Una buona notizia a questo proposito, è l’apertura del primo istituto superiore di istruzione che metterà a disposizione corsi formativi e porterà avanti la ricerca sulla materia prima in Etiopia. Per un investimento di 50 milioni di euro. Leggiamo la notizia da castelvetranonews.it.
Etiopia: un luogo dove imparare la cultura del chicco
Il Coffee College, che inizierà a offrire corsi il prossimo anno, terrà sei corsi nel programma universitario dell’industria del caffè: torrefazione, commercio e branding, metal & engineering, produzione di energia elettrica e decentralizzata, acqua e distribuzione dell’acqua, media.
Il College, che è in fase di preparazione per l’apertura in Etiopia, fornirà anche ispezione, test e verifica dei servizi di caffè. Offre un diploma e una laurea di primo livello rispettivamente dopo due e quattro anni. Per un master sono necessari altri due anni.
Con un campus in Austria e la sua sede centrale scientifica e di ricerca a Monaco di Baviera, in Germania, il College prevede di costruire una sede amministrativa ad Addis Abeba. La costruzione dell’edificio amministrativo dovrebbe iniziare all’inizio del 2021. Nel frattempo le lezioni dovrebbero iniziare nel primo trimestre del 2021 utilizzando le le strutture delle università esistenti, inclusa l’Università di Addis Abeba.
I proprietari del College, che gestiscono un’attività di torrefazione del caffè in Austria, hanno scelto l’Etiopia come destinazione a causa dell’enorme potenziale per l’industria del caffè.
Il caffè è il principale generatore di valuta estera per il Paese
Con più di 400 esportatori di caffè e 30 società di import-export, l’ultimo anno fiscale del paese ha visto un gusher con 290.125 tn di caffè venduti e 854,2 milioni di dollari generati. Ciò rappresenta un aumento del volume del 17,4% e un aumento del valore del 12% rispetto all’anno fiscale precedente.
Il valore unitario del caffè etiope nel mercato internazionale è in calo. Un chilo veniva venduto per 3,90 dollari tre anni fa, ma è sceso a 3,30 dollari nell’anno fiscale 2018/19.
Oltre il 90% delle esportazioni di caffè etiopi è costituito da caffè crudo senza alcun valore aggiunto. L’industria del caffè etiope è arretrata, manca di ricerca e sviluppo, ma ha un enorme potenziale non sfruttato: la creazione di un nuovo ecosistema di competenze e sviluppo di nuovi processi di lavorazione sul posto può fare la differenza. Non più solo materia prima grezza, ma pronta per arrivare alla macchina del caffè espresso per preparare la bevanda già in capsule o ancora da macinare nelle sue differenti miscele, versando sul territorio parte di quella ricchezza in mano alle maggiori multinazionali straniere.