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LA CONFCOMMERCIO: “Con nuove norme tariffa media +290%”

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MILANO – Le nuove norme sulla gestione dei rifiuti comportano, «un incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti del 290%. E per alcune tipologie di attività incrementi medi superiori al 400%. Come per la ristorazione, O addirittura al 600%, come per l’ortofrutta e le discoteche».. Oueste le stime della Confcommercio.

Il nuovo tributo comunale, Res, previsto nel decreto «Salva Italia», sostituisce gli attuali (Tarsu, Tia1 e Tia2). E comprende, oltre alla quota ambientale per lo smaltimento dei rifiuti, anche una quota «servizi» per la sicurezza, l’illuminazione. Pure la gestione delle strade (cosiddetti, servizi indivisibili). E dovrà essere corrisposto da chiunque possegga, occupi o detenga a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti.

«In attesa dell’emanazione dell’apposito regolamento ministeriale, l’entrata in vigore del nuovo regime tariffario Res dal 1 gennaio 2013 – si legge in uno studio della Confcommercio – comporterà, dunque, un aumento spropositato delle tariffe sui rifiuti calcolate sulla base dei coefficienti contenuti nel Dpr 158/1999.

Dalle nostre elaborazioni emerge, infatti, un incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti del 290% e per alcune tipologie di attività incrementi medi superiori al 400%, come per la ristorazione, o addirittura al 600%, come per l’ortofrutta e le discoteche».

Aumenti stratosferici

E gli aumenti, secondo le simulazioni della Confcommercio, in alcuni casi sono stratosferici. Una discoteca o night club di 200 metri quadri che attualmente 558,90 euro di Tarsu, con la nuova normativa dovrebbe sborsare 4.433,91 euro.

Analogo l’aumento per un negozio ‘tipò di ortofrutta, pesce o pizza al taglio: il tributo sale da 401,35 a 3.038,40 euro.

Consistente incremento anche per un bar o pasticceria di 100 metri quadri. La tassa sale da 401,35 a 1.691,29 euro. Mentre un ristorante o pizzeria di 200 metri quadri che attualmente paga 802,70 euro . Con la nuova normativa dovrebbe pagare una Res di 4.734,98 euro«.

L’opposizione

«Non possiamo come confederazione – ha affermato nel corso di una conferenza stampa – rimanere insensibili. Perché siamo di fronte a una emorragia continua della categorie che rappresentiamo».

Esprimendo delle perplessità su una norma che è stata inserita nel più ampio decreto denominato «Salva Italia» Bianchi ha denunciato come «le piccole e medie imprese sempre indicate come lo scheletro connettivo del Paese vengono poi utilizzate come un limone da spremere al quale si impongono tasse e gabelle che sono un modo surrettizio per far pagare di più di ciò che si dovrebbe pagare».

«Piccole e medie imprese che dovrebbero essere la spina dorsale dell’economia italiana ma che di fronte a un calo dei consumi e a imposte crescenti rischiano di morire di consunzione».

Perché è un’ingiustizia

Entrando nello specifico del nuovo tributo, la Confcommercio giudica una vera e propria «ingiustizia» che gli aumenti siano calcolati con coefficienti del tutto arbitrari dove la voce predominante è quella della superficie aziendale.

«È folle, sbagliato ed arbitrario»

Denuncia l’associazione. Associazione che rende noto di aver promosso una campagna per individuare la quantità e la qualità dei rifiuti per ogni categoria aziendale. Secondo le stime della Confcommercio un aumento ragionevole può essere tra il 14 e il 16%. Mentre gli aumenti oltre il 100%, come previsto dal nuovo tributo sono da considerare «assolutamente assurdi».

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