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Arabica: prezzi ai minimi dal 2008, il punto d’arbitraggio di Ice e Liffe

Secondo gli analisti, qualora il differenziale dovesse stabilizzarsi in area 35 centesimi potrebbe cominciare a invertirsi il trend negli ultimi 2 anni, durante i quali i caffè robusta hanno rosicchiato quote crescenti di mercato agli arabica

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MILANO – Settimana debole per il mercato newyorchese degli arabica. Il contratto principale (maggio) ha perso 315 punti nella seduta di lunedì 18 marzo ed è arretrato di ulteriori 125 punti il martedì, giornata in cui ha toccato in corso di contrattazione un minimo di 132,55 centesimi per libbra costituente il livello intraday più basso da giugno 2010. Modesto il recupero intervenuto nei giorni successivi, che ha riportato la quotazione 135,30 centesimi nella seduta di venerdì.

Dopo i picchi storici raggiunti nel 2011, gli arabica hanno perso l’anno scorso il 37% del loro valore

la peggiore performance tra le 24 materie prime del paniere del Standard & Poor’s Commodity Index (Spci). Dall’inizio dell’anno le quotazioni dei futures hanno subito un’ulteriore arretramento del 7% circa. Intanto, l’arbitraggio New York/Londra (contratto per scadenza maggio dell’Ice e del Liffe) è sceso giovedì scorso a quota 34,10 centesimi: Si tratta del livello più basso da dicembre 2008. Lo spread tra i contratti benchmark delle 2 borse aveva toccato a maggio 2011 un massimo di 189 centesimi.

Secondo gli analisti, qualora il differenziale dovesse stabilizzarsi in area 35 centesimi potrebbe cominciare a invertirsi il trend negli ultimi 2 anni, durante i quali i caffè robusta hanno rosicchiato quote crescenti di mercato agli arabica

Una tendenza, quest’ultima, sulla quale hanno inciso anche le conseguenze della crisi globale e l’incremento dei consumi nei nuovi mercati e nei paesi produttori, dove è forte la domanda di miscele economiche a base di robusta. Le statistiche Ico indicano che la domanda è cresciuta nel corso dell’ultimo decennio a una media annua del 3,9% nei mercati emergenti e solo dell’1,1% in quelli tradizionali.

Le più recenti cifre dell’Organizzazione attestano inoltre che le esportazioni di robusta hanno registrato nell’annata trascorsa un incremento del 16,6%

Raggiungendo i 43,1 milioni di sacchi, a fronte di un calo del 2,2% degli arabica. La quota dei robusta sul totale dell’export è risalita al 39,4%. A scommettere su una ripresa della domanda di caffè arabica è Andrea Illy, ceo di illycaffè e presidente del Comitato promozione e sviluppo del mercato dell’Ico. A giudizio di Illy, la parziale ripresa economica prevista su scala globale nella seconda metà dell’anno contribuirà a rilanciare i consumi di miscele più pregiate invertendo la tendenza dei torrefattori ad accrescere l’utilizzo di caffè robusta tipica dei tempi di crisi.

Secondo Rabobank International, il 2012/13 si concluderà con un surplus produttivo su scala mondiale di 6,6 milioni di sacchi per quanto riguarda gli arabica

Ma nel 2013/14, la situazione si invertirà, con un deficit di almeno un milione di sacchi. A incidere sul rapporto tra domanda e offerta sarà in primo luogo il forte calo produttivo atteso in Messico e America centrale a causa del proliferare della ruggine del caffè. “Si tratta del peggiore fenomeno epidemico dal 1976” scrive l’analista della banca olandese Keith Flury, che teme che molti produttori possano abbandonare la coltura del caffè per i minori profitti e i costi eccessivi di profilassi agronomica. Secondo il report, la produzione di questa area geografica subirà un calo del 14%, che farà seguito alla flessione del 4% già prevista per l’annata in corso. Tradotto in cifre ciò significherebbe almeno 3,3 milioni di sacchi in meno.

Il presidente del Comitato consultivo del settore privato dell’Ico, il guatemalteco Ricardo Villanueva, ha recentemente dichiarato che il suo paese avrà bisogno di un centinaio di milioni di dollari per finanziare una strategia integrata di lotta contro la roya

Sempre nel 2013/14, i robusta registreranno un modesto surplus (300mila sacchi), con i consumi dei paesi emergenti a tenere sempre viva la domanda. Da Rabobank un ulteriore campanello d’allarme per il congestionamento dei porti brasiliani, dove si stanno creando dei preoccupanti colli di bottiglia. Le limitazioni logistiche e il rischio di scioperi rischiano di rallentare anche l’export di caffè scrive la banca, che cita il caso dello scalo di Paranagua dove il numero di navi in attesa di attracco ha superato le 100 unità e la situazione potrebbe addirittura peggiorare in presenza di un meteo sfavorevole.

Il surplus per l’anno in corso potrebbe rivelarsi alla fine meno ampio del previsto. Lo sostiene Société Générale traendo auspici negativi sia dalla situazione in America centrale che dalle cifre sin qui giunte dalla Colombia stando alle quali “le previsioni di ripresa produttiva per l’anno in corso appaiono con buona probabilità eccessivamente ottimistiche”. Il colosso francese prevede un rialzo dei prezzi, che potrebbero attestarsi attorno ai 160 centesimi nell’ultimo trimestre dell’anno.

A tale proposito è interessante osservare la forte disparità di opinioni tra gli addetti ai lavori per quanto riguarda la media dei prezzi degli arabica ipotizzabile nel quarto trimestre 2013. Le previsioni vanno da un minimo di 135 centesimi (Macquarie Group) a un massimo di 220 centesimi (Commerzbank). Citigroup e Rabobank indicano un valore rispettivamente di 155 e 165 centesimi. Più livellate le previsioni relative ai robusta, che spaziano dai 1.950 dollari di Macquarie ai 2.050 di Commerzbank e i 2.100 di Rabobank.

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