MILANO – Helio Ramos, Ambasciatore del Brasile a Roma, ha scritto e pubblicato un articolo sul quotidiano della capitale Il Messaggero per Celebrare la Giornata Internazionale del Caffè dal titolo Eccellenza Brasiliana. Ecco il testo:
di Helio Ramos
La Celebrazione del Caffè, L’Anima del Brasile Giovedì 1 ottobre si celebra la Giornata Internazionale del Caffè. In Brasile il caffè è la seconda bevanda più consumata dalla popolazione, seconda solo all’acqua.
La rilevanza del caffè in Brasile si traduce, ogni giorno, nel fatto che il primo pasto quotidiano dei brasiliani, la prima colazione, si chiama “café da manhã”, ovvero caffè del mattino.
Vi è anche il caffè pomeridiano e quello tradizionale dopo i pasti.
I brasiliani sono, in termini assoluti, il secondo principale mercato di consumo della bevanda: si stima che circa il 97% dei brasiliani, con più di quindici anni, beva caffè al meno una volta al giorno.
Il rito del caffè è simbolo della simpatia e dell’ospitalità del popolo brasiliano.
Durante le visite di cortesia o le riunioni d’affari, la conversazione viene presto interrotta da uma domanda: «Gradisce un “cafezinho”?».
Il modo stesso di chiamare il caffè con il diminutivo (inho), rivela affetto per la bevanda.
Il caffè è un elemento di socialità per la popolazione brasiliana e la sua produzione e consumo raccontano un po’ della storia economica e culturale del Paese.
Basti ricordare che a cavallo tra il XIX° e XX° secolo, il successo delle piantagioni di caffè nel sud-est del Brasile ha generato un surplus di reddito che ha favorito l’allora incipiente industrializzazione del Paese.
San Paolo, all’epoca il principale Stato produttore di caffè e culla della nostra industrializzazione, è non a caso lo Stato con il maggior numero di discendenti italiani, molti dei quali costituivano la mano d’opera per le piantagioni di caffè o per l’industria nascente.
Oggi il Brasile ha la più grande comunità di discendenti italiani al mondo, stimata in 30 milioni, che condividono con i loro antenati, tra gli altri aspetti, la passione per il caffè.
Anche il bel palazzo che ospita l’Ambasciata del Brasile a Roma, Palazzo Pamphilj a Piazza Navona, è stato acquistato con i fondi dell’Istituto Nazionale del Caffè, a suo tempo responsabile delle politiche agricole del prodotto.
Ma il Brasile non è solo un grande consumatore di caffè. Si stima che su tre tazze di caffè consumate nel pianeta, almeno una sia stata preparata con materia prima brasiliana.
Il Brasile è dunque il più grande produttore ed esportatore mondiale di questa materia prima, che sintetizza l’eccellenza del settore agroalimentare nazionale.
È inoltre il principale fornitore di caffè dell’Italia, il che significa che un pezzo di Brasile è presente, quotidianamente, nella vita degli italiani, nel cappuccino, nell’espresso o anche nel tiramisù, un dolce particolarmente apprezzato ovunque: il caffè è sempre stato un elemento di unione tra il Brasile e il resto del mondo, e non sarebbe diverso con l’Italia.
I gusti evolvono, eppure negli anni il primato del caffè brasiliano si è mantenuto e modernizzato, diventando una cultura varia e sofisticata. Al punto che la sostenibilità è diventata un marchio registrato della sua coltivazione in Brasile ed integra le iniziative delle principali associazioni di produttori.
Sapevate che il miglior caffè del mondo nel 2019, eletto dal “cup of excellence”, è brasiliano?
Sapevate che il miglior liquore al caffè del mondo, eletto dal WorldDrinks Awards2020, è anch’esso brasiliano?
Col tempo il suo sfruttamento si è ampliato, basti dire che in Brasile viene utilizzato nella produzione di cosmetici, generando più posti di lavoro e reddito.
Parlare di caffè è, quindi, per il brasiliano, parlare di casa e del mondo.
L’aroma del prodotto rimanda a ricordi di ospitalità, di convivenza.
Nella Giornata Internazionale del Caffè, si celebra l’importanza non solo di un raccolto, ma di una cultura, locale e universale, che collega indissolubilmente il Brasil e al mondo e il mondo al Brasile.
Gradite un “cafezinho”?
Helio Ramos