MILANO – Sempre più origini brasiliane nelle scorte certificate dell’Ice Arabica. Alla data del 9 novembre risultavano pari a 97.649 sacchi, depositati in massima parte ad Anversa e Amburgo / Brema. Un dato modesto, rispetto agli oltre 850 mila sacchi di caffè dell’Honduras. Ma decisamente significativo, se consideriamo che, non più tardi di 2 mesi fa, a inizio settembre, la partecipazione del caffè brasiliano agli stock dell’Ice era poco più che simbolica (appena 650 sacchi).
Le scorte certificate della borsa di New York rimangono tuttora prossime ai minimi ventennali
I commercianti crudisti si aspettano che sino a 400 mila sacchi di caffè brasiliano possano essere certificati nei prossimi mesi. La quantità massima da quando i caffè lavati e semi lavati del primo produttore mondiale sono stati ammessi alla quotazione, nel 2013.
Stime di mercato indicano che il Brasile potrebbe aver prodotto quest’anno tra i 6 e i 10 milioni di sacchi di caffè semi lavati (cereja descascado), più del doppio rispetto ai livelli usuali. I bassi prezzi sul mercato fisico stanno rendendo conveniente la consegna contro la borsa newyorchese.
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