MILANO – Wi-fi gratuito, un ambiente vivace e un delizioso cappuccino sempre disponibile. Segnalata dagli esperti del settore di tutto il mondo, la tendenza a lavorare nei bar sembrava potesse sfondare ovunque: eppure, a quanto rivela un sondaggio commissionato da Regus, non è stato così. Sono stati intervistati 26 mila professionisti di oltre 90 Paesi di tutto il mondo lo scorso gennaio: nonostante alla maggioranza sia risultata piacevole l’idea di potersi accomodare in un bar per lavorare, inviare qualche e-mail o incontrare un collega, la soluzione non è considerata realizzabile. I bar non possono rappresentare una scelta costante in quanto luoghi non produttivi, protetti o professionali.
Wi-fi: il bar può diventare un ufficio?
In Italia, in particolare, il “bar ufficio” è risultato essere particolarmente impraticabile: tra gli svantaggi del lavorare nei bar spiccano i clienti chiassosi che disturbano le telefonate e la mancanza di stampanti, scanner o apparecchiature per ufficio, aspetti che rendono lo svolgimento dell’attività lavorativa tutt’altro che semplice. Inoltre, i bar non sono considerati luoghi adatti a incontrare i clienti. A livello mondiale, il 60% dei baby boomer è più incline a evitarli in quanto ambienti poco professionali per incontrare i clienti.
Nonostante il 48% di loro abbia dichiarato di trovare maggiore difficoltà a concentrarsi nei bar rispetto ai lavoratori più giovani, i rappresentanti della ‘generazione Y’ sono risultati più disinvolti. Gli avventori curiosi, invece, sono un problema che interessa ogni generazione. “Gli esperti di trend aziendali – spiega Mauro Mordini, direttore generale di Regus in Italia – hanno rilevato che lavorare nei bar è una tendenza sempre più diffusa e siamo tutti d’accordo nel sostenere che un incontro di lavoro con cappuccino e wi-fi gratuito è piacevole”.
“Tuttavia – ammette – dalle nostre ultime ricerche emerge che, mentre questa soluzione può essere adottata per brevi periodi, lavorare in modo continuativo in un bar incide negativamente sulla produttività. Le nostre ricerche precedenti hanno mostrato che a livello mondiale il 72% delle persone ritiene che la flessibilità lavorativa migliori la produttività”.
“Ciò – fa notare Mordini – si verifica esclusivamente in un ambiente di lavoro professionale e flessibile, come dimostrato dal parere degli intervistati in merito alla bassa produttività registrata nei bar. Spesso molte persone si rivolgono a Regus per usufruire di uno spazio di lavoro flessibile dopo aver constatato personalmente che le alternative di tendenza non sono soluzioni soddisfacenti. Questo studio fornisce un’ulteriore prova a sostegno della nostra esperienza personale. Non è possibile usufruire di un ambiente di lavoro produttivo in un bar”.