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giovedì 21 Novembre 2024
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Fipe smentisce una ricerca Usa: «Sfatiamo subito il rischio di contagio nei locali»

Il virologo Francesco Spinazzola: “Uno studio effettuato su soli 150 casi non ha rilevanza statistica e scientifica. La ricerca americana, riportata da alcuni media italiani, si riferisce a una realtà distante e non applicabile a quella del nostro Paese.”. Roberto Calugi: “Negli Stati Uniti non sono state adottate tutte le misure di distanziamento che in Italia sono in vigore dal momento della riapertura. Nei ristoranti italiani non si è generato ad oggi alcun focolaio di contagio”

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ROMA – “Chiediamo agli organi di informazione senso di responsabilità e completezza
di informazione, senza cedere al virus – dannoso quanto il Covid – del sensazionalismo a tutti i costi”. Così, Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio, Federazione italiana pubblici esercizi, ha commentato la notizia riportata da alcuni media di una ricerca statunitense secondo la quale aumenterebbe il rischio di contagio tra i frequentatori di ristoranti.

Ricerca sensazionalistica, gonfia i rischi del contagio

“Questa ricerca – ha commentato il virologo Francesco Spinazzola – è stata realizzata su 150 casi: direi che non occorre essere luminari di scienza statistica per dire che 150 casi sono un campione assolutamente scarso e poco significativo sul quale non è possibile formulare alcuna considerazione di carattere generale.

Inoltre, la ricerca si è svolta in alcune città degli Stati Uniti, dove la maggior parte dei ristoranti è all’interno di grandi centri commerciali ed è quindi avventuroso affermare che il contagio sia avvenuto nel ristorante o in altro esercizio commerciale. Negli Stati Uniti, tra l’altro, non sono state applicate in maniera omogenea tutte le regole e le limitazioni come invece è avvenuto in Italia.”

“Infine – continua il professor Spinazzola – l’unico dato certo fino ad oggi è che nei ristoranti italiani non sono stati registrati significativi casi di contagio e che, là dove sono state rispettate le regole di distanziamento, di utilizzo della mascherina, di sanificazione periodica, il virus non l’ha avuta vinta”.

“I nostri ristoranti sono un luogo sicuro, lo dimostra il fatto che questa estate, in cui l’affluenza in certi luoghi è stata significativa, non si sono segnalate criticità. – conclude Roberto Calugi – Del resto, sono gli stessi ricercatori che, nel commentare il loro lavoro, consigliano che per ridurre i rischi di contagio nei ristoranti vengano adottate misure di distanziamento che i ristoratori italiani hanno assunto e rispettano fin dal momento della riapertura. Per questo suggeriamo ai nostri media di riportare la ricerca nella sua completezza. La rincorsa – comprensibile – al titolo acchiappa lettori non può prescindere però dalla consapevolezza che un titolo fuorviante può compromettere il lavoro di migliaia di imprenditori, di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie”.

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