MILANO – Abbiamo già segnalato l’insolito fenomeno che ha visto un centro di Milano spopolato e con locali deserti, in controtendenza rispetto a delle periferie che hanno ripreso il giro (lentamente, con fatica, ma con qualche movimento in più sicuramente). Ma per capire ancora meglio che cosa stanno vivendo gli esercenti del capoluogo lombardo, condividiamo un’interessante puntata radiofonica di Anna Migliorati su radio24.ilsole24ore.com.
Centro VS periferia: una Fase 3 impari a Milano
Più caffè al bar in periferia, meno in centro. Come cambia la faccia delle nostre città la pandemia? Tra turisti stranieri che mancano e smartworking è scomparsa la pausa caffè. O, meglio, è cambiata. Un viaggio tra nuove abitudini e crisi, non per tutti. I menu in QR-code riducono le liste dei locali, il delivery del caffè è da tempi record: quattro minuti prima che si raffreddi. Un’economia che cambia il tessuto sociale e i nostri spazi. Quanto vale? Chi perde e chi guadagna?
Che succede ora che si dovrebbe tornare al lavoro (finalmente lasciandosi un minimo alle spalle lo smartworking che tanto ha dato problemi agli esercenti)?
Qualche esempio: a Londra il 20% torna in ufficio e si dice addio al classico bicchierone. Da febbraio a oggi, a Milano, dodicimila residenti veri in meno nel capoluogo lombardo: una fuga record nell’era Covid. Si lavora a distanza, non si rientra e si contro migra.
Al Jamaica di Brera, non avevano chiuso neppure sotto i bombardamenti, dice Michela Mainini in un post sui social. La stessa che esordisce durante l’intervista radiofonica, con una risposta eloquente: alla domanda “Avete riaperto, come va?”, esordisce con un “Una tragedia, le basta?”
La proprietaria descrive un quadro post-apocalittico: un centro storico al di sotto dell’80% degli incassi. Una situazione drammatica: a Milano i turisti non ci sono più e lo smartworking uccide quei pochi introiti.
La periferia ha ricominciato a vivere, complice il fatto che i lavoratori che non vanno in ufficio, scendono ogni tanto da casa a fare la pausa caffè. L’economia non riparte nel centro di Milano: una cosa mai vista neppure negli anni di piombo, afferma l’intervistata.