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lunedì 25 Novembre 2024
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La colazione all’italiana in realtà è una tradizione giovane: è apparsa soltanto 60/70 anni fa

Risale agli anni Settanta la "democratizzazione" dei biscotti da prodotto di preparazione casalinga o di pasticceria a cibo quotidiano. Lo ha ricordato, a margine dei lavori di Cibus Forum, Mulino Bianco, brand dolciario del Gruppo Barilla Spa, nel presentare i nuovi omaggi della raccolta a punti, uno d'antan l'iconica tazza in coccio, l'altro contemporaneo, una mug da passeggio per i consumatori delle 60 referenze del marchio leader nel segmento breakfast

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MILANO – Gli italiani la adorano e, farla al bar con un cappuccio e una briochina è diventato un vero e proprio tratto culturale. Così come il rito del caffè, anche il primo pasto della giornata (che poi è anche quello più importante per partire con l’energia giusta), è fondamentale per gli abitanti dello Stivale. Ma quando è nata la colazione all’italiana veramente, come immaginario simbolico del Paese? La sua origine non è così antica come si potrebbe pensare: leggiamo la storia da ansa.it.

Colazione è un’abitudine recente degli italiani: 60 o 70 anni fa la colazione all’italiana non esisteva affatto

Se si escludono i militari, a cui venivano distribuiti latte, caffè, gallette e cioccolato, per l’Italia contadina degli anni Cinquanta c’era un solo pasto a metà mattino, a base di latte e avanzi della sera prima: pane, polenta, una fettina di salame o formaggio, un pezzo di aringa.

Risale agli anni Settanta la “democratizzazione” dei biscotti da prodotto di preparazione casalinga o di pasticceria a cibo quotidiano. Lo ha ricordato, a margine dei lavori di Cibus Forum, Mulino Bianco, brand dolciario del Gruppo Barilla Spa, nel presentare i nuovi omaggi della raccolta a punti, uno d’antan l’iconica tazza in coccio, l’altro contemporaneo, una mug da passeggio per i consumatori delle 60 referenze del marchio leader nel segmento breakfast.

“Mulino Bianco ha segnato una rivoluzione della colazione all’italiana, da pasto solo per bambini a rito che ormai accomuna 9 italiani su 10”

Sottolinea l’industria con sede a Parma. Come ricorda l’Archivio storico Barilla, fino ai primi anni Settanta la colazione dolce era considerata un pasto necessario per i bambini, ma solo un adulto su tre mangiava qualcosa di solido prima di uscire.

Nel 1978, tre anni dopo la nascita del marchio, il consumo di biscotti conquistava anche gli adulti, concentrandosi progressivamente verso la prima colazione. E all’inizio degli anni Ottanta quasi il 70% dei biscotti veniva consumato al mattino. Oggi, evidenzia l’Osservatorio Doxa-UIF sulla prima colazione, l’88% degli italiani non rinuncia al primo pasto della giornata, declinandolo in un caleidoscopio di possibilità: c’è la colazione multipla che si divide in più momenti di consumo, prolungandosi fino a mezzogiorno. C’è quella differente, di chi la prepara la sera per fare prima la mattina, di chi la domenica la fa più ricca o in vacanza la fa più lunga e di chi la consuma rigorosamente a letto.

C’è quella social, da fotografare e condividere live con la propria cerchia di amici, o quella green, di chi sceglie solo prodotti e ingredienti da agricoltura sostenibile

“Mulino Bianco ha da sempre un ruolo negli stili di vita degli italiani, e continua ad offrire pratiche soluzioni, in linea con le nuove abitudini senza rinunciare alla tradizione – afferma Julia Schwoerer, Vice President Marketing Mulino Bianco. Lo facciamo attraverso il miglioramento continuo delle ricette, (tutte senza olio di palma e nel tempo ottimizzate sotto il profilo nutrizionale), un’attenzione costante alla qualità e alla sostenibilità delle nostre filiere e anche dialogando con i nostri consumatori attraverso i social media e la nostra community “Nel Mulino che Vorrei”.

Per l’azienda a conduzione familiare il 2020 segna progressi importanti per il progetto di farina di grano tenero da agricoltura sostenibile e tutela della biodiversità lanciato nel 2019 assieme al WWF con la “Carta Del Mulino”, a cui hanno già aderito migliaia di attori tra imprese agricole, stoccatori e mugnai. In poco più di 12 mesi, l’iniziativa partita con il biscotto Buongrano è stata estesa ai pani ed entro l’anno verrà estesa a tutti i biscotti.

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