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Anti fumo: un anno dopo soltanto un bene per gli esercizi pubblici italiani

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MILANO – La legge anti-fumo, voluta dall’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia, ha compiuto ieri un anno, e a 12 mesi dell’entrata in vigore del divieto di fumo nei locali al chiuso accessibili ad utenti o al pubblico (compresi i luoghi di lavoro e i locali ricreativi, ad eccezione degli spazi riservati ai fumatori e dotati di impianti per la ventilazione) i primi risultati iniziano a balzare agli occhi. Tra l’altro anche le condizioni di salute degli stessi lavoratori degli esercizi pubblici.

Oltre a questo, già fondamentale, tre su tutti i risultati: mezzo milione di fumatori in meno, un calo dei ricoveri per infarti del miocardio e una importante riduzione nella vendita delle sigarette.

Il bilancio di un anno di divieti, che hanno reso vietati alle sigarette i locali pubblici, è dunque più che positivo: ne sono convinti gli esperti del ministero del Salute che ieri hanno tirato le somme.

Gli italiani, ha sottolineato il presidente della Lega italiana lotta ai tumori (Lilt), Francesco Schittulli, hanno accettato di buon grado i divieti mostrando un «alto senso civico».

Risultato: le sigarette sono state bandite, senza i problemi e le lamentele temute da parte dei clienti, in bar e ristoranti e il divieto di fumo viene finalmente rispettato su larga scala anche negli ospedali. Presto inoltre, ha ricordato Schittulli, aree libere dalle sigarette saranno previste anche negli stadi grazie ad un prossimo accordo con la Figc.

Una legge, la ‘3/2003’ sulla tutela della salute dei non fumatori, ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Domenico Di Virgilio, che rende l’Italia un esempio imitato da molti altri Paesi: insieme a Norvegia, Irlanda e Malta è, infatti, l’unica nazione ad aver adottato una politica contro il fumo, ma la nostra legge, ha detto il sottosegretario, è stata già presa ad esempio da nazioni come la Spagna.

DIVIETO NON SCORAGGIA CLIENTI MA PER 12% GESTORI CALO ENTRATE

Il bando alle sigarette non scoraggia i clienti: il 9,6% degli italiani afferma di recarsi più spesso di prima nei locali pubblici e per la maggioranza (83%) l’abitudine a frequentare questi luoghi non è cambiata con l’entrata in vigore della legge, anche se solo l’1% dei locali è dotato di zona fumatori in conformità alle nuove norme. Dato confermato dai gestori: il 92% tra loro dichiara che la legge è rispettata e solo il 2% si è visto opporre un rifiuto alla richiesta di spegnere la sigaretta. Ma se il 57% riferisce di non aver avuto diminuzioni nelle entrate, una minoranza pari al 12% dei gestori denuncia tuttavia «perdite economiche significative» dall’entrata in vigore della normativa.

MEZZO MILIONE FUMATORI IN MENO AD UN ANNO LEGGE

Ad un anno esatto dall’entrata in vigore della legge antifumo sono oltre mezzo milione gli italiani che hanno deciso di dire addio alle ‘bionde. Negli ultimi 15 anni, comunque, il numero dei fumatori in Italia è costantemente diminuito. Nel 2005 (sulla base dei dati dell’indagine Doxa condotta a marzo-aprile su un campione di 3114 persone) la flessione riguarda entrambi i sessi, in quanto anche le donne, dopo due anni di situazione stazionaria intorno al 22,5% nel 2003 -2004, mostrano un calo arrestandosi al 22,1%. Per il 2005, rileva la Doxa, i fumatori costituiscono il 25,6% della popolazione (29,3% degli uomini e 22,1% delle donne), gli ex fumatori sono pari al 18,6% e, rispetto al 2004, i fumatori sono diminuiti dal 26,2% al 25,6%.

ISTAT, 11 MILIONI DI FUMATORI SOPRATTUTTO MASCHI E DEL CENTRO ITALIA

Un’indagine Istat relativa al periodo dicembre 2004 -marzo 2005, su un campione di 60 mila famiglie, conferma che sono 11 milioni e 221 mila i fumatori in Italia, pari al 22,3% della popolazione da 14 anni in su. Fedelissimi delle bionde sono soprattutto gli uomini: non rinuncia infatti alla sigaretta il 28,5% dei maschi contro il 16,6% delle femmine. Quanto alla geografia dell’Italia con la sigaretta in mano, la più alta percentuale di fumatori si registra nell’Italia centrale (24,3%) e la più bassa al Sud (20,9%).

MENO 7% RICOVERI E CALO VENDITA BIONDE DEL 5,7%

Dodici mesi di divieti hanno portato anche altri due risultati: nel periodo gennaio-novembre 2005 si è registrata una riduzione complessiva del 5,7% nella quantità venduta di sigarette rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; inoltre, i dati preliminari mostrano anche una riduzione del 7% dei ricoveri per infarto acuto del miocardio (Ima) nei primi due mesi del 2005 sulla base di un monitoraggio in quattro regioni (Piemonte, Friuli VG, Lazio e Campania).

NAS, 6076 ISPEZIONI E SOLO 327 INFRAZIONI

In un anno, i Nas hanno effettuato 6076 ispezioni in numerosi luoghi in cui si applica il divieto di fumo ma le infrazioni accertate sono state soltanto 327 (5,4%): riguardano in maggioranza (3,5%) la mancata esposizione in posizione visibile del cartello di divieto o la presenza di impianti di condizionamento non idonei. Solo l’1,8% delle infrazioni (pari a 112) ha riguardato persone che fumavano dove non consentito.

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