MILANO – In principio era il Graal, termine che nella lingua d’oïl indica il “calice”: una parola quasi magica, che evoca miti celtici ed eroi cristiani.
Non tutti sanno, forse, che da questo nobile vocabolo del francese antico (derivante a sua volta dal latino Gradalis) ha preso il proprio nome la grolla, ossia il noto calice di legno usato dai valdostani per bere il vino.
Lavorata a tornio e, successivamente, decorata a mano, essa è uno degli oggetti più tipici e caratteristici dell’artigianato della Vallée, tanto da costituire, ancora oggi, uno dei suoi simboli.
Simile alla Grolla, ma più bassa, larga, provvista di “beccucci” e dotata di un coperchio lavorato, è la Coppa dell’amicizia, utilizzata per il caffè alla valdostana, bevanda a base di grappa e spezie, da servire fiammeggiante.
Come lo dice il nome stesso, la Coppa va sorseggiata in compagnia, attorno a un tavolo ed è un’occasione di festa e convivialità.