ROMA – Poesia & Caffè. Forse dire: «Tutto il resto è poesia» può apparire eccessivo, ma una parte del resto, magari un solo euro, appare più possibile specie ora, grazie all’iniziativa di Lettere Caffè di Via San Francesco a Ripa a Roma, creata con il contributo della Presidenza della regione Lazio.
E’ nata una piccola collana di libricini di poesia che verranno distribuiti vicino alle casse di locali e librerie e che si potranno avere rinunciando a 1 € di resto (o pagando 1 euro), intitolata appunto
Il resto è poesia. Per ora, durante le feste, sono usciti il primo e il secondo numero, miscellanee di una trentina di pagine in ognuna delle quali sono presentati 12 poeti più o meno giovani, in cerca di una strada per farsi conoscere.
E il presidente della Regione Piero Marrazzo scrive sul primo volume: «In sei anni di vita Lettere Caffè è diventato un punto di riferimento per i romani, un luogo di incontro e di discussione vivace e dinamico una versione intelligentemente moderna degli antichi caffè letterari… ».
Insomma la poesia come resto, ma non certo come avanzo, anzi, ribadendone la necessità per una vita che abbia senso e magari anche sia alla ricerca di un senso. «L’occasione della poesia rimane un momento irrinunciabile di coscienza collettiva», dichiara sempre Marrazzo, che precisa: «Il resto cui fa riferimento il titolo di questa raccolta, non va inteso come un surplus, un orpello di cui si può anche fare a meno, ma come un’opportunità da cogliere, per conoscere noi stessi e il mondo in cui viviamo».
La collana, nata da un’idea di Alfredo Meleo e Elsa Li Gioi, ha scelto per garantirne la qualità un poeta, critico e animatore culturale come Antonio Veneziani.
Qui si dovrebbero, per giustizia, citare tutti e 24 i poeti dei due numeri ora disponibili, quindi non lo facciamo, lasciando di scoprirli al lettore, che troverà versi che sicuramente sapranno dirgli qualcosa.
Come scrive Veneziani nel finale della sua poesia-introduzione: «Il resto è poesia è: una bardana di fiori rosso-porporini smemorati e persi nello smog, un venerando monumento tormentato da accidiosi pensieri, un nodo scorsoio per il nostro ordinario buio , una scala per il nostro cielo quotidiano. Il resto è poesia è moneta sonante».