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La scoperta in Iran: nei rifiuti del tè scoperti nuovi antiossidanti

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TEHERAN – Il Giornale della salute pubblica in Iran un nuovo studio sugli antiossidanti trovati nei rifiuti del tè. Lo studio è stato pubblicato nei giorni scorsi uno studio iraniano secondo il quale nei rifiuti della bevanda più popolare del Paese degli ayatollah si trova un concentrato con gli antiossidanti che potrebbero essere estratti con i vari metodi.

Lo studio, effettuato dall’università di Ferdowsi e Mashhad, ha studiato tre metodi dell’estrazione sulle parti differenti della pianta del tè e rifiuti del tè e livelli elevati sorprendentemente trovati degli antiossidanti attraverso tutti gli estratti. Le foglie di tè già maturate sulla pianta e poi fermentate, “sono considerate spesso come gli avanzi agricoli”, sostiene il Dott Reza Farhoosh, autore dello studio.

Ma “hanno potuto essere usate come fonti antiossidanti naturali potenti”.

In Europa il consumo di te è in crecita, 500 tonnellate nel 2003.

Lo studio iraniano ha segnalato gli alti rendimenti dell’estrazione dei polifenoli da Otl e dal Btw, compreso il gallato del epigallocatechin (Egcg), uno dei polifenoli più ricercati in tè verde. Sia per il tè di verde sia per i rifiuti del tè nero, il più efficiente dei tre metodi era di estrazione dell’acqua calda, che ha portato i rendimenti di 35 per cento per le foglie di tè verdi fresche e dei 30 per cento per il Btw.

Gli estratti da tè verde ora sono confermati come fonti dei polifenoli — contenere una fonte ricca della catechina di lavaggio del radicale libero. I dati più recenti suggeriscono il ruolo favorevole di questi residui nella salute cardiovascolare ed orale e nelle cure dimagranti, con alcuno ora che emerge come particolarmente potente.

Ciò ha visto le aziende quale Dsm, con il relativo Teavigo vantantesi 95 per cento di purezza del gallato del epigallocatechin (Egcg) e Taiyo internazionale, con il relativo Sunphenon che sostiene più di 90 per cento di purezza, si posizionano saldamente nei mercati specifici della catechina.

La ricerca iraniana è stata presentata al sesto congresso internazionale su scienza e su tecnologia alimentari ed è accessibile in linea dalla chimica alimentare del giornale di Elsevier.

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