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venerdì 22 Novembre 2024
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Luana Carlino: «Da che ho memoria, il caffè, ha fatto sempre parte della mia vita»

Il racconto: "Inconsciamente ho deciso che il caffè sarebbe stato il mio mestiere da bambina, quando, a 13 anni, iniziai a fare la barista occupandomi un po' di tutto di quello che si faceva nei bar, caffetteria, pasticceria, gelateria, cocktail, ma io preferivo sempre il caffè!"

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MILANO – Un’altra voce femminile che arriva da dietro il bancone di una caffetteria che mette al primo posto la qualità della bevanda amata dagli italiani: Luana Carlino, shop manager Caffè Pascucci in San Babila a Milano, racconta la sua esperienza come professionista a diretto contatto con il consumatore finale.

Luana Carlino, che cos’è per lei il caffè?

“Da che ho memoria, il caffè, ha fatto sempre parte della mia vita. Abitavo accanto a una micro torrefazione e il suo profumo accompagnava tutte le mie giornate. Amavo i sentori che avvertivo! Forse, da lì è nato il mio amore nei suoi confronti.

Anche più avanti, quello stesso fascino, mi faceva rimanere incantata ogni volta che passavo davanti a un bar e pensavo che anch’io avrei voluto fare quello da grande. Oggi il mio “mestiere” è essere store manager di un coffe shop, quindi seguire gestionalmente tutto il locale e fare da trainer ai miei collaboratori.”

Quando ha deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale

Luana Carlino: “Inconsciamente l’ho deciso da bambina, quando, a 13 anni, iniziai a fare la barista occupandomi un po’ di tutto di quello che si faceva nei bar, caffetteria, pasticceria, gelateria, cocktail, ma io preferivo sempre il caffè!”.

E’ stata solo una scelta lavorativa oppure di vita?

“Per me è stata una scelta di vita assolutamente!”.

Ha avuto un momento in cui ha creduto di non farcela?

“No, ho sempre pensato invece, che in questo campo potevo essere vincente, perché era quello che amavo fare!”.

Che cosa direbbe alla Luana Carlino del passato?

“Alla me stessa del passato darei solo una pacca sulla spalla, perché la costanza ripaga sempre. Non ho mai pensato che non potevo arrivare dove volevo.”

E invece, alle giovani donne che vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?

Luana Carlino: “Alle giovani donne che sognano di fare questo lavoro, direi di crederci
sempre e non demordere mai. Le donne sanno sopportare una fatica doppia rispetto agli uomini! E poi di studiare, essere sempre curiose e avere sete di sapere.”

Qual è la giornata tipo di Luana Carlino

“La mia giornata inizia molto presto, dato anche dal fatto che abito distante dalla mia zona di lavoro. Alle 6.30 arrivo allo shop e prima dell’apertura al pubblico, faccio tutto il settaggio alle macchine con annessa brew ratio in modo da avere la mia estrazione ottimale pronta all’arrivo dei clienti; preparo la vetrina espositiva di croissant e faccio 2 lt di filter coffee. Le prime ore sono importanti per me, per mantenere il ruolo di barista e interagire con i clienti fidelizzati. Nel frattempo arrivano i vari fornitori, controllo le bolle e faccio eventuali ordini.

Monitoro costantemente l’operato dei dipendenti. Stando attenti che rispettino le normative date. Nelle prime ore del pomeriggio poi, faccio il lavoro, un po’ più noioso “di ufficio”: tra fatture, ticket, conti, email varie.”

Pensa che, all’interno del suo ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?

“Sicuramente, il fatto di essere donna un po’ penalizza in questo settore. A volte si ha l’idea della classica barista di bella presenza da mettere dietro un bancone e ci si ferma all’apparenza. Quando invece dietro, spesso, ci sono molta professionalità e studio.”

Come ha visto Luana Carlino evolversi il settore del caffè nel suo ambito specifico professionale?

“Nell’ultimo decennio si è evoluto tanto. C’è più consapevolezza e ricerca in quello che si beve, più cultura anche da parte degli utenti: ricercano un blend con una percentuale alta di arabica se non addirittura arrivano a chiedere il caffè filtrato  (v60, aeropress, chemex). Questo grazie al grande lavoro che si sta facendo in Italia di divulgazione di caffè di qualità.”

Come intende la giornata internazionale del caffè del 1° ottobre?

“L’International coffe day è un ottima occasione per fare assaggi, sia con i clienti che con trainer e professionisti del settore, creare condivisione e scambio. Noi abbiamo invitato e accolto competitor e coffelover ad assaggi di specialty nel nostro shop coinvolgendo anche i clienti!”.

Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al suo lavoro?

“L’attenzione ai dettagli ha sempre fatto differenza nelle donne. Una cura e una coccola in più che ogni cliente vorrebbe. Anche questo fa di noi, woman in coffee!”.

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