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venerdì 22 Novembre 2024
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Progetto Distributori Automatici: la proposta per far ripartire il settore

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MILANO – La distribuzione automatica è senza dubbio un settore trainante dell’economia italiana. Con oltre 800 mila vending machine in tutta Italia e un giro d’affari di quasi 4 miliardi di euro, il comparto è leader a livello europeo. E Bel Paese conta circa 3.000 aziende di gestione, più di 30 mila persone oltre alle aziende di produzione di vending machine, tecnologie italiane vendute in tutto il mondo, e alle aziende alimentari che distribuiscono i loro prodotti (caffè, bibite e snack) attraverso questo canale.Lo stesso settore ha perso, riferendosi al primo mese di lockdown, circa 16 milioni di euro a settimana, mettendo a rischio posti di lavoro e indotto. Allora, in questo quadro di emergenza. un possibile segno di ripresa è rappresentato dal Progetto Distributori Automatici, di cui leggiamo dal sito corrieredelleconomia.it.

Progetto Distributori Automatici: una svolta per il comparto

Emiliano Sapora è titolare della Progetto Distributori Automatici, impegnata nel settore del vending H24: diverse le sue macchine sia a Terni che nel resto del Paese. Per lui la ripartenza è già cominciata lo scorso 4 maggio. Facciamo quindi il punto della situazione.

Ritiene che le misure di contenimento che sono state prese sono state giuste?

“Secondo me la fase dell’emergenza sanitaria è stata gestita bene. È stato fatto quello che era necessario. Nella seconda parte è mancato il coordinamento di tutti gli enti locali, comuni, Stato, Regione”.

Che cosa non ha funzionato?

“Per esempio, gli aiuti ai meno abbienti e la cassa integrazione tardano ad arrivare. Siamo entrati in un vortice che non so dove ci porterà a livello economico”.

Come vede il futuro?

“Il nostro settore, quello della distribuzione automatica h24, si posiziona nell’ambito dello street food. A marzo ed aprile abbiamo risentito molto di questa crisi ma abbiamo lavorato. Sarà per noi una buona ripartenza, perché chi voleva investire in questo ambito ora è ancora più motivato. Però se guardo fuori dal mio settore le cose non credo andranno così bene: gran parte degli altri non so chi e come ce la faranno. Attorno a me non vedo cose belle”.

Ci sono progetti in ballo?

“Stiamo investendo in risorse, pubblicità e macchinari, abbiamo un progetto che farà di questo tipo di distribuzione un servizio itinerante, un progetto innovativo che abbiamo ripreso da quando ci hanno dato modo di ripartire”.

Qual è la speranza?

“Abbiamo applicato alla distribuzione automatica classica il concetto di qualità e pulizia ed oggi questo è un settore in crescita, anche se in Italia ci manca la cultura, se pensiamo che in Giappone, nelle macchine mettono persino il pesce. Credo che questo diventerà un settore chiave nel futuro: toglierà lavoro a qualcuno ma sistemerà altri, per esempio chi carica, chi pulisce, chi ripara i mezzi”.

Che ne pensa della ripartenza del Calcio?

“Il Calcio è una azienda, muove molti soldi a livello nazionale, finanzia anche gli altri Sport. Dietro al Calcio ci sono anche tante persone che lavorano con stipendi semplici. Direi che servirebbe un po’ più di coraggio e, con tutte le accortezze del caso, è necessario che il Calcio riparta. Con un po’ di tranquillità, la prudenza e facendo le cose per bene, secondo me può ripartire anche in tempi brevi, ma è fondamentale che comunque ricominci. Naturalmente, per adesso, le porte dovranno essere per forza chiuse. Ma intanto è bene dare un segnale e farlo ripartire”.

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