MILANO – La Cina rappresenta il sogno di tutti i torrefattori e gli esportatori di caffè. Perché è l’ultimo mercato ancora vergine. Perché è un mercato immenso e dalle potenzialità imprevedibili. Quante volte abbiamo detto o sentito dire “se un cinese bevesse una tazza di caffè al giorno”. Ecco, non è ancora così, ma i primi dati ci sono.
Così consultano gli ultimi dati attendibili si scopre che, nonostante i consumi infinitesimali (poco più di 2 tazze pro capite all’anno), il mercato cinese del caffè vanta sin d’ora cifre aggregate di tutto rispetto. Secondo i dati di Euromonitor, le vendite al dettaglio di caffè solubile hanno superato, nel 2012, il miliardo di dollari circa 700 mila euro.
Ammonta invece ad appena 20 milioni di dollari il totale delle vendite di caffè torrefatto, un prodotto, quest’ultimo, che rimane ancora di nicchia per i cinesi.
Ma novità altrettanto interessanti giungono dal segmento del ready-to-drink (RTD), che sempre nel 2012 è cresciuto del 22% a valore raggiungendo un totale di 414 milioni di dollari. Cifre che fanno, sin d’ora, della Cina il quarto mercato mondiale a volume e il quinto a valore per le bevande pronte da bere a base caffè.
Varietà e praticità
A decretare il successo del RTD anche nel mercato del caffè, due atout principali: la praticità e la vasta gamma di gusti e aromi disponibili.
I barattoli, le bottigliette in pet o i brick in tetrapack rendono questo prodotto adatto a un consumo itinerante. Il contenuto in caffeina ne fa inoltre una valida alternativa agli energy drink.
Per assecondare i palati cinesi, i produttori nazionali ed esteri hanno creato dei prodotti a base latte dal sapore marcatamente dolce. Alle varianti più tradizionali (cappuccino, moka, Latte, ecc) si affiancano infatti bevande che propongono abbinamenti insoliti, come, ad esempio, il caffè al tiramisù.
Anche nel caso del solubile, i cinesi preferiscono le bevande cremose e zuccherate, al gusto più acido e amaro del caffè in purezza. Ad andare per la maggiore (52% del mercato) sono, non a caso, i preparati istantanei “3in1”, con caffè, dolcificante e latte in polvere o panna (spesso vegetale).
Suntory sfida Nescafé
Nestlé, con il marchio Nescafé, rimane il dominatore incontrastato, con quasi i tre quarti del mercato del solubile e circa il 50% di quello del ready-to-drink.
In entrambi questi segmenti, la multinazionale svizzera deve fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita. A suonare la carica nel RTD è in particolare il marchio giapponese Suntory – secondo competitor in Cina e nel mondo – che ha recentemente lanciato una nuova linea di bevande, che strizzano l’occhio pubblico giovanile, come ad altri particolari target di mercato.
Nonostante le gerarchie ben delineate, il mercato cinese del ready-to-drink offre tuttora notevoli opportunità, visti gli enormi margini di espansione. Le proiezioni di Euromonitor prevedono una crescita a volume del 129% tra il 2013 e il 2017, con un probabile sorpasso del RTD sul solubile entro tale data.
Potenziale straordinario
Non va però sottovalutato lo straordinario potenziale del caffè torrefatto, i cui consumi potrebbero crescere più del previsto trainati dal boom delle caffetterie, dal miglior tenore di vita, dall’affinarsi dei gusti e dalla più capillare distribuzione commerciale.
Anche per questo, l’industria del solubile sta puntando, in misura sempre maggiore, sui prodotti premium e ad alto valore aggiunto, nell’intento di riqualificarsi e riposizionarsi. Una strada che potrebbe essere seguita a breve anche dal ready-to-drink.