ROMA – Sono 21.360 le firme raccolte in pochi giorni a sostegno della petizione Apriamo in sicurezza bar e ristoranti il 18 maggio, promossa dalla Fipe – Federazione italiana dei Pubblici Esercizi e indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Al quale si riporta la disperazione dei tanti piccoli esercizi di somministrazione che senza contributi immediati sono destinati a non riaprire.
La petizione Fipe: oltre 3mila firme al giorno
Con una decisa impennata nelle ultime ore, per chiedere al governo di anticipare la fine del lockdown per un settore che in Italia dà lavoro a 1,2 milioni di persone nell’ambito di 300mila imprese, creando un valore aggiunto di oltre 46 miliardi di euro. Un settore che è parte essenziale di una lunga filiera che coinvolge allevatori, agricoltori, pescatori, casari, trasportatori, e poi enologi, vignaioli, imbottigliatori, magazzinieri, trasformatori artigianali e industriali.
“Chi ha firmato la petizione – spiega Aldo Cursano, Vice Presidente Vicario della Fipe – non sono solo gli imprenditori del settore. Ma anche tanti cittadini che chiedono di poter nuovamente contare su un servizio importante della loro quotidianità. Se aiutati con contributi veri, bar e ristoranti sono pronti a riaprire in sicurezza. Sulla scia delle centinaia di migliaia di imprese che da oggi sono tornate a svolgere la loro attività in tutta Italia.
Fipe ha elaborato un serio protocollo per garantire nei locali la sicurezza basata sul distanziamento interpersonale e questa è un’assunzione di responsabilità e una dimostrazione di serietà da parte dell’intera categoria.
È chiaro però che la prevista riduzione dei fatturati, dovuta proprio al rispetto delle misure di distanziamento, dovrà essere compensata con contributi a fondo perduto e una pari riduzione dell’imposizione fiscale. Una richiesta di buon senso che ribadiremo oggi, quando trasmetteremo al premier l’appello con le firme: senza aiuti le nostre imprese non ce la faranno”.
La petizione rivolta al Premier da Fipe
“Il presidente del Consiglio, non può ignorare queste richieste – conclude Cursano– e dunque auspichiamo che già da domani venga convocato un tavolo di lavoro espressamente dedicato ai pubblici esercizi e alla loro prossima riapertura. Abbiamo 15 giorni di tempo per farlo in sicurezza e con un piano preciso”.