MILANO – C’è chi non può rinunciare al caffè al mattino e chi invece è più tipo da tè delle cinque: due modi di assumere la dose quotidiana di caffeina, godendosi due bevande calde tanto diverse quanto simili per certi versi. Preferire una oppure l’altra a quanto pare, non è semplicemente una questione di gusti, ma di predisposizione genetica. E’ nel nostro dna che sta scritto dove orientare il palato. A dirlo, come sempre, è la scienza: riportiamo i risultati di uno studio che si è concentrato proprio su questo punto e che ha fatto emergere questo aspetto genetico che ci caratterizza. Da inran.it.
Genetica: dice sei sei un coffeelover o un tea addicted
Se sei maggiormente incline a scegliere il caffè o il tè verde per la tua spinta mattutina, tutto potrebbe essere determinato dai tuoi geni.
Di fatti, per poter esaminare le associazioni genetiche con le preferenze alimentari, i ricercatori del Riken Center for Integrative Medical Sciences (Ims) e dell’Università di Osaka in Giappone hanno studiato i dati genetici e le preferenze alimentari di oltre 160.000 persone in Giappone; trovando connessioni genetiche per 13 abitudini alimentari, tra cui il consumo di alcol, altre bevande e alimenti. E anche complesse malattie umane come il cancro e il diabete.
Dalla genenetica all’alimentazione
“Sappiamo che ciò che mangiamo definisce ciò che siamo, ma abbiamo scoperto che ciò che chi siamo definisce anche ciò che mangiamo“, ha detto Yukinori Okada, Senior Visiting Scientist al Riken Ims e professore all’Università di Osaka, in un comunicato stampa.
Ad esempio, sono state individuate nove collegamenti genetici associati al consumo di caffè, tè, alcool, yogurt, formaggio; natto (fagioli di soia fermentati), tofu, pesce, verdure e carne. Sono state osservate anche le varianti responsabili della capacità di assaporare sapori amari. Questa associazione è stata trovata tra le persone che amavano mangiare il tofu; mentre quelli senza la variante consumavano meno alcol o non ne consumavano affatto.
Altri casi scritti nel dna
Coloro che mangiavano più pesce, natto, tofu e verdure avevano invece una variante genetica che li rendeva più sensibili ai gusti umami. Meglio descritti come sapori salati.
Anche gli ingredienti principali degli alimenti erano importanti. Per esempio, sono state individuate delle correlazioni genetiche positive tra il consumo di yogurt e il consumo di formaggio, entrambi alimenti a base di latte.