MILANO – Il Centro studi della Fipe, che è diretto da Luciano Sbraga, ha realizzato a tamburo battente una opportuna indagine per raccogliere il sentiment generale del settore. Ve ne proponiamo la sintesi.
Per leggere l’intera indagine del Centro studi Fipe con le infografiche basta cliccare QUI
ROMA – Sulla base degli sviluppi che sta assumendo l’emergenza sanitaria nel Paese abbiamo chiesto alle imprese della ristorazione indicazioni circa l’impatto del fenomeno sulle attività.
Il 92% dichiara di aver registrato ripercussioni negative sulla propria attività, in particolare per più di uno su due le difficoltà sono iniziate da almeno due settimane mentre per il 40% circa il quadro è peggiorato nel corso dell’ultima settimana.
Gli effetti si manifestano con una forte flessione della clientela e con il conseguente calo del fatturato. A pesare sono principalmente le cancellazioni di prenotazioni storiche (63,7%), segue la riduzione di quelle giornaliere (33,5%) e, da ultimo, si registra un minor flusso di persone in circolazione.
A mancare sono i turisti ma sempre di più la clientela locale. Il risultato: una perdita di fatturato di oltre il 30% per il 57% dei ristoratori e tra il 10%-30% per tre imprenditori su dieci. In media la flessione raggiunge il 30%.
Non ci sono, almeno per il momento, significative criticità sugli approvvigionamenti ma un ristoratore su quattro rileva ritardi o difficoltà a reperire alcun materie prime.
Secondo i dati del Centro studi della Fipe per il prossimo futuro le aspettative non sono ottimistiche
La crisi andrà sicuramente avanti per i prossimi due mesi coinvolgendo direttamente la Pasqua.
Il saldo tra risposte positive e negative è pari a -35,9% e per il 70% degli intervistati neanche a Pasqua ci sarà un’inversione di tendenza, seppure momentanea.