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venerdì 22 Novembre 2024
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Epidemia: il maxi ristorante Campaza, 1.200 posti, cambia per adeguarsi alla legge

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FOSSO GHIAIA (Ravenna) – Una proposta già messa in atto che potrebbe funzionare, anche se in scala differente, in altri locali. Ecco qui le misure adottate dal ristorante La Campaza – uno dei più grandi d’Italia – a fronte dell’epidemia di Coronavirus. Si tratta di misure a tutela dei clienti e del personale. Tra l’altro il ristorante non nega consigli culinari via facebook per chi resta a casa.

Proprio le particolari dimensioni del locale (a cui lavorano decine di persone) hanno spinto la proprietà ad affrontare l’emergenza Coronavirus con una serie di norme e di iniziative che cercano di andare oltre le già chiare indicazioni di legge. E innanzitutto a garantire distanze di almeno un metro non solo fra un tavolo e l’altro, ma anche fra gli avventori dello stesso tavolo.

Dopo di che, un circolare interna distribuita a tutto il personale a partire dallo scorso 4 marzo comprende una serie di misure a tutela sia del cliente che del personale stesso (in particolare dei camerieri, che sono gli operatori a più stretto contatto con la clientela).

Queste le indicazioni previste dalla circolare:

• verificare costantemente la presenza nei servizi igienici dei locali del sapone liquido e del gel a base alcolica per lavarsi le mani. Nel caso le scorte fossero non sufficienti, gli stessi collaboratori dovranno segnalarlo prontamente alla direzione, al fine di provvedere tempestivamente alla fornitura.

• Pulire in modo molto accurato e con adeguati prodotti igienizzanti i locali, gli arredi e in particolare le superfici utilizzate durante il servizio di somministrazione.

• Sanificare con frequenza sia le maniglie della porta d’ingresso che il posse, ovvero gli elementi fisici che il cliente tocca più facilmente.

• Al ricevimento dei clienti all’ingresso del locale evitare il contatto fisico, mantenendo una distanza adeguata durante il tragitto che si percorre accompagnando ai tavoli, privilegiando quelli più distanti fra loro e possibilmente di dimensioni maggiori rispetto a quelle normalmente utilizzate per il nr di persone che si fanno accomodare. Mantenere comunque sempre la distanza minima di un metro fra le persone

• Igienizzare i menù che vengono ritirati dai tavoli, in quanto rappresentano gli unici oggetti che vengono “riutilizzati” passando di mano fra clienti.

• Intensificare le procedure di igienizzazione del “menage” che viene portato al tavolo per il condimento delle pietanze.

• Verificare la disponibilità di salviette igienizzanti; i clienti dovranno poterle utilizzare su richiesta in aggiunta al gel presente nei servizi igienici.

• Mantenere, quanto più possibile, una distanza adeguata durante la presa dell’ordinazione ed il servizio al tavolo.

• Prediligere il pagamento del conto alla cassa, al fine di evitare il contatto con banconote.

Ma il momento è inevitabilmente critico, e La Campaza ha pensato anche a tutti quei clienti (più o meno affezionati) che in queste settimane decidessero di non frequentare il locale.

A partire da questa settimana, sulla pagina facebook della Campaza, verranno allora postati con frequenza bisettimanale alcuni video che avranno per protagonisti lo chef del locale, Marco Iacullo, e la pasticcera Oksana Hihlava.

“Cercheremo di raccontare a chi vorrà collegarsi una serie di consigli su come preparare piatti saporiti utilizzando gli ingredienti quotidiani di una “normale” cucina – racconta Iacullo – ovvero come poter mangiare bene, quasi fossero al ristorante, anche se sono limitati agli spostamenti (per età o per condizioni particolarmente debilitanti, come previsto dalle recenti indicazioni governative)”.

“Abbiamo cercato di mettere in pista misure concrete nei confronti di chi frequenta il nostro locale e di chi ci lavora – spiega Gilles Donzellini, figlio dei fondatori Fausto e Piera e attuale direttore generale del Gruppo – ma anche di avere un occhio di riguardo nei confronti di quella clientela che in queste settimane è comprensibilmente dissuasa dal frequentare i ristoranti, soprattutto le persone anziane o più deboli. Abbiamo ormai capito che purtroppo l’emergenza non passerà in fretta: cerchiamo allora di proporre comportamenti consapevoli, per rassicurare chi ci frequenta e stare vicini alla nostra clientela, anche se in questi giorni resta chiusa in casa”.

 

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