MILANO – Dimmi che caffè bevi e ti dirò chi sei: il modo di consumare la bevanda è rivelatore della personalità. Questa perlomeno la conclusione di una ricerca condotta da un team di scienziati dell’Università di Innsbruck, che ha messo in relazione la predilezione per il caffè amaro (e con esso i cibi amari quali il radicchio, la rucola, i ravanelli, ecc) con alcuni disturbi della personalità.
La ricerca è avvenuta su un campione di 1.000 persone dell’Università di Innsbruck (Austria).
Gli psicologi Christina Sagioglou e Tobias Greitemeyer hanno chiesto a 500 volontari di esprimere la loro preferenza nei confronti di diversi cibi di ogni sapore.
Successivamente gli intervistati sono stati sottoposti a test di personalità, tra cui il Big Five Questionnaire, che valuta il soggetto su cinque grandi dimensioni (estroversione, apertura mentale, gradevolezza, stabilità emotiva, coscienziosità).
E il test per individuare la presenza di tratti comportamentali della cosiddetta triade oscura (narcisismo, machiavellismo e psicopatia).
Le conclusioni
Secondo gli psicologi, i risultati dell’indagine “forniscono la prova empirica che la preferenza per un gusto amaro è legata a tratti delle personalità malevoli, ambigui. E con scarsa empatia verso il prossimo”.
La rinuncia al dolce e la predilezione per l’amaro non denoterebbe alcuna “virtù”, bensì istinti psicopatici
Insomma chi evita i cibi o le bevande zuccherate ha una lato oscuro più marcato rispetto a chi non resiste davanti ai dolci.
Ma a ridimensionare la portata di queste conclusioni ci hanno pensato gli stessi autori
Che hanno sottolineato come le preferenze per un certo tipo di cibo siano influenzate anche da altri fattori, legati alle esperienze passate e alla peculiare sensibilità per il gusto e gli odori.
Silvio Vicentini